In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
L'annuncio che ciò che per noi uomini è l'Indicibile, l'indescrivibile, l'inenarrabile è entrato nella nostra storia, assumendo la carne di Gesù di Nazareth, è al centro della nostra fede e rappresenta l'invito a dismettere ogni nostra immagine di Dio che non sia quella di quel bambino posto in una mangiatoia e, da adulto, conficcato sul palo della croce, perché sarebbe falsa. A tanti, anche cristiani, appare difficile accettarla, se non a parole, almeno nei fatti, dal momento che risulta loro più adatto, conveniente, rifarsi a un' immagine più eterea, magari misteriosa, incorporea, alla quale assegnare i tratti del potente che coarta la libertà delle persone, intransigente quanto all'osservanza delle sue leggi, risolutore magico dei problemi e giudice severo verso le "persone sbagliate", che sono sempre gli altri. Un Dio bambino, bisognoso di cura, di tenerezza, di accoglienza senza pregiudizi e che, da adulto, si manifesterà come l'uomo per gli altri, per i poveri, gli scartati, dal cuore misericordioso, risulta troppo umano per essere creduto Dio. Eppure, se non ha trovato modo migliore per manifestarsi a noi da quello scelto , allora significa che anche per noi, per poterlo incontrare, non rimane che una strada soltanto: la strada dell'umano. Questo significa accogliere in noi ogni bisogno, ogni fragilità, ogni smarrimento, senza giudizio alcuno, facendoci carezza che risana e conforta, facendo germogliare vita in ogni persona che incontriamo. Buon Natale a tutte e tutti!








