Così titolano i giornali, parlando della morte di un uomo quarantenne, scoperto dopo mesi dall’avvenuto decesso. È certamente veritiero il titolo. La morte di una persona è sempre un dramma e drammatica può essere anche la solitudine nella quale una persona può finire confinata.
Le ragioni della solitudine nella quale vivono tante persone, a voler indagare, possono essere molteplici. Non sempre è possibile ravvisare, in quanti vivono per così dire “accanto”, a chi muore in solitudine atteggiamenti di indifferenza non curanza. Certo che fatti analoghi pare accadano sempre più e questo non può non interrogarci. Nell’era dei computer, dei cellulari, degli smartphone, dei tele allarmi, insomma nell’era della tecnica più sofisticata e che può dare l’illusione di essere sempre più “connessi” con il mondo intero, accade che avvenga quanto è altamente improbabile, per non dire assente in contesti di vita definiti primitivi. Non è certo per rimpiangere i tempi passati, però, anche solo cinquant’anni fa fatti analoghi difficilmente potevano accadere. Quantomeno nei paesi, nei quali, se una persona che si sapeva vivere da sola, non fosse stata vista anche solo di sfuggita al più prossimo dei vicini, subito ci si interrogava e si andava a verificare che non le fosse accaduto niente. Non era curiosità morbosa o desiderio di impicciarsi dei fatti altrui, ma semplice manifestazione di una prossimità che costituiva il sentire di tutti. Insomma, morire in solitudine era evento raro. Di certo della scomparsa non ci si accorgeva a distanza di giorni o addirittura di mesi. Cosa abbiamo perduto in questi ultimi tempi? Parte della nostra umanità. Sì, è vero, stiamo un po’ tutti meglio che in passato. Di certo possediamo più cose e più opportunità, ma siamo diventati peggio dei nostri antenati cavernicoli. Sappiamo tanto dei gusti dei nostri amici in facebook, siamo al corrente di come va il mondo, ma del nostro vicino di casa, di quello che abita la porta accanto, di quello del piano di sotto o di sopra, non conosciamo tante volte nemmeno il volto. Che tristezza! Tra happening, meeting, flash mob abbiamo disimparato a guardarci negli occhi.