Marocchino, clandestino, sbarcato con un barcone. Per certuni è più che sufficiente per additarlo come colpevole certo delle imputazioni a carico.
È la solita doppia morale o se si vuole di garantismo a fasi alterne, secondo convenienza. Io non so se il giovane 22enne marocchino, Touil Abdelmajid, arrestato martedì sera a Gaggiano, nel Milanese, sia colpevole, come ipotizzato dalla autorità tunisine, che lo ritengono coinvolto nella strage al museo del Bardo a Tunisi. Penso che spetti alle forze di polizia indagare e produrre eventuali prove a suo carico, e alla Magistratura, qualora risultasse colpevole, condannarlo ad una giusta pena. Sono anche del parere che abbia diritto a un giusto processo e alla difesa come chiunque. Ciò che distingue noi democratici (o presunti tali) dai terroristi di ogni latitudine e orientamento è proprio questo. Dimenticarlo, come fanno certuni che, dipendesse da loro, metterebbero al muro ogni sospetto, è segno inequivocabile di cinismo, approssimazione e incuria, ad essere generosi. D’altronde è pur sempre vero che ogni botte dà il vino che contiene. Attendersi modi pacati di ragionare da parte di chi ha fatto dello sproloquio parte consistente della sua identità, è come pretendere di ricavare “vino da meditazione” da una zucca.