Share to Facebook Share to Twitter Share to Linkedin 

Articoli più letti

02-05-2009

NON RIESCO A RASSEGNARMI

Miguel, è un nome che suona dolce come un claves. E tu eri una persona...

03-05-2009

SOLTANTO BARBARIE

  Cara Delara Darabi, io non so se tu eri colpevole come ti sare...

18-05-2009

ERA SOLTANTO UN SOGNO

Il barcone veleggiava, sì fa per dire, verso le coste africa...

06-06-2009

LO SPORT PREFERITO

Ci vuole un genio per fare le vere domande- diceva Oscar Wilde- e non ...

13 dic 2013
COSTRUIRE FRATERNITÀ
Scritto da Piergiorgio |
Letto 11003 volte | Pubblicato in Il mio blog
Dimensione carattere Riduci grandezza carattere incrementa grandezza carattere
Valuta questo articolo
(1 Vota)

Anche la persona più distratta, la più disincantata, non può fare a meno di percepire quanto i tempi che stiamo vivendo siano contrassegnati da un diffuso senso di smarrimento, oltre che da preoccupanti sintomi di disgregazione sociale che fanno temere per il nostro futuro.

Accanto a situazioni realmente preoccupanti di ingiustizia sociale, di impoverimento diffuso in sempre più larghe fette di popolazione, di mala politica che inducono giustamente a protestare, si evidenziano preoccupanti strumentalizzazioni da parte di quanti hanno tutto l’interesse a soffiare sul fuoco dello scontento, della protesta, a fini inconfessabili, non certo propositivi. Il rischio di avvitarsi in una spirale nichilista che potrebbe soltanto dare frutti avvelenati, a mio modesto parere, è molto alto. È compito delle istituzioni, delle forse politiche e sociali avanzare proposte; generare soluzioni di ampio e lungo respiro che diano un segnale certo, credibile, di cambiamento, che offrano prospettive di speranza alle migliaia di persone che in questo momento l’hanno persa del tutto e vedono il proprio orizzonte, e quello dei loro cari, sempre più fosco, senza vie d’uscita praticabili. C’è davvero bisogno che quanti hanno in mano le sorti del nostro Paese la smettano di cincischiarsi col nulla e pongano mano a quelle riforme politiche, a quegli interventi economici e di tutela sociale senza i quali il rischio di un’implosione rimane molto alto. Servono segnali concreti e chiari: le parole ormai sono stanche e non servono neppure più a consolare, talvolta Tuttavia “Non ci si può sempre lamentare come persone che non hanno speranza”, affermava Teresa di Lisieux. Questo vale soprattutto per quanti non hanno rinunciato e non rinunciano, in forza delle loro convinzioni ideali, a operare a vari livelli per rendere possibile il cambiamento nel segno del perseguimento del bene comune. Tanto più, tutto questo, dovrebbe valere per quanti si dicono credenti, o comunque animati da una sincera passione per il destino degli uomini e delle donne del nostro tempo. La cosa di cui abbiamo forse maggior bisogno, oggi, è di sperare assieme, facendo leva sui sentimenti migliori che albergano nel nostro cuore, capaci di farci superare anche gli ostacoli più grandi. Serve che ci lasciamo muovere nel nostro ideare, progettare, agire, dalla fede nell’uomo; dal desiderio di metterci al servizio degli altri avvertiti e considerati come fratelli. Dobbiamo lasciarci forgiare dalla consapevolezza che i “bei tempi” passati (sempre che siano stati belli; belli per chi?) sono irrimediabilmente alle nostre spalle. Un nuovo mondo si annuncia tra gli spasmi del mondo presente. Non è in fondo questo l’annuncio del Natale? Sta a noi saper cogliere i segni del nuovo che si annuncia e operare di conseguenza. Siamo chiamati, nella crisi presente, a saper riscoprire la fraternità che ci lega tra tutti gli esseri viventi su questo nostro pianeta; fraternità che ci deriva dall’essere figli dello stesso Padre, per chi crede; frutto, prodotto, esito di una medesima umanità che ha un unico possibile destino: o la sua evoluzione verso traguardi di sempre maggiore umanizzazione, oppure la lotta fratricida che consegue soltanto morte e distruzione. I drammatici problemi che la nostra società, l’umanità intera, vive a ogni latitudine, sono però anche illuminati da tante storie, piccole o grandi e da persone che sono luce e speranza per tutti. Come quella famiglia ecuadoriana della quale mi scrive un mio amico missionario, p. Claudio. «É una famiglia con quaranta figli adottati, ed una figlia propria», mi scrive. «La casa dove vive questa famiglia è di canna di bambù, pero l'hanno potuta migliorare con gli aiuti che gente umile ha fatto loro arrivare. La mamma, Anna de los Angeles, è realmente un angelo di Dio. Vedendo la povertà e la miseria di molti bambini abbandonati nel quartiere, li ha accolti, da diversi anni, nella sua umile casa. Bambini e bambine senza famiglia; generalmente a causa della miseria e dell'abbandono, o semplicemente per mancanza di affetto, che cercavano un aiuto e, trovatolo, si sono fermati. All'entrare in casa si nota l'allegria contagiosa che vivono tutti quelli che vi abitano, ed è qualcosa che sorprende anche la persona più insensibile. É bello vedere i bambini/e, adolescenti e giovani, vivere in clima di armonia, aiutandosi vicendevolmente, prendendosi cura a vicenda, pulire la casa, sistemare i letti. Tutti studiano e realizzano i compiti loto assegnati. Sono di diverse etnie, però vivono in fraternità. Quando ho visto questa famiglia nel quartiere di Esmeraldas, mi sono fortemente meravigliato, ed allo stesso tempo, ancora oggi, mi rallegro nel vedere come, in mezzo a tanta sofferenza, la mamma Anna de los Angeles è capace di dedicarsi totalmente alla sua famiglia allargata e ad essere una buona madre: paziente e attenta a tante creature». Sovente sono i più poveri a darci lezioni di vita. Non è un caso che il Figlio di Dio abbia scelto una condizione di povertà per rivelarci il volto del Padre. Dall’alto di un trono non sarebbe stato credibile e non avrebbe raggiunto la profondità del nostro cuore. Anche noi abbiamo bisogno di riscoprire le radici più vere del nostro essere uomini e donne: il nostro essere limitati e dunque l’aver bisogno degli altri. Per troppo tempo siamo vissuti nella pretesa di bastare a noi stessi; singolarmente, individualmente e anche come gruppi, come categorie. È tempo che riscopriamo la bellezza del vivere e del fare assieme, nella ricerca del bene di tutti e di ciascuno. Soltanto questo ci può davvero offrire percorsi di liberazione, di umanizzazione e di salvezza. Con questi sentimenti auguro Buon Natale a tutti i miei lettori.

Contatti

Da:
Oggetto:
Nome:
Messaggio:
Please enter the following
 Help us prevent SPAM!

Accesso riservato

Copyright & Credits

I contenuti di questo sito non possono essere riprodotti, copiati, manipolati, pubblicati, trasferiti o caricati, con nessun mezzo, senza il consenso scritto dell'autore.

E' vietata l'utilizzazione, anche parziale, sia per scopi commerciali che no profit.

Chi avesse interesse ad usufruire di contenuti di questo sito è pregato di contattarmi.


Contatore visite

1872301
OggiOggi135
IeriIeri1662
Questa settimanaQuesta settimana6491
Questo meseQuesto mese3433
TuttiTutti1872301