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28 ott 2013
TUTTI UGUALI?
Scritto da Piergiorgio |
Letto 7840 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Stando ai commenti di non poche persone parrebbe di sì, eppure è fin troppo evidente che l’assunto non è proprio fondato. Sarebbe come affermare che tutti gli alberi sono uguali soltanto perché composti da fusto, rami e fogliame.

Ma se ci sono degli elementi che possono suffragare la tesi di quanti sbrigativamente affermano, senza batter ciglio, che i politici, in questo caso, sono tutti uguali, ci sono, e non sono poche, anche le differenze che li fanno l’uno diverso dall’altro. Vale anche per quanti si sono candidati in questa tornata di elezioni provinciali, per le quali ci saranno molte amarezze da smaltire, soddisfazioni da non enfatizzare e, speriamo, anche interrogativi da porsi. Il primo riguarda certamente il calo nella affluenza al voto, in parte probabilmente indotto più dal quadro nazionale che da quello locale. Comunque sia, quanti hanno a cuore la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica non possono esimersi dal riflettere e dal ricercare le cause che hanno portato un dieci per cento di trentini a non recarsi per niente alle urne. Tra i tanti e anche giustificabili motivi di disaffezione, ce ne sono altri riconducibili a una estraniazione che suona più come una scusa, un disimpegno, un farsi gli affari propri, piuttosto che protesta per quello che non va in chi si dedica alla politica. Anche questo tuttavia rappresenta un motivo di considerazione. Stiamo paurosamente precipitando verso percentuali di partecipazione al voto che non ci sono mai appartenute; sintomo di disillusione, frammentazione, sentimento di non appartenenza ad una comunità? Segno di stanchezza; mancanza di speranza o cos’altro? Nelle democrazie consolidate la partecipazione politica rappresenta una funzione fondamentale. C’è da chiedersi però quanti l’avvertano davvero come tale e quanti invece oscillino tra l’entusiasmo e la delusione. Forse non poche persone, avendo della medesima un’idea piuttosto aerea, sentimentale, sono più propense a veder ovunque nero anche là dove sono presenti pure i colori. Come la signora che mi si è affiancata per strada ieri, che osservando sui cartelli pubblicitari la presenza di una certa persona, non ha potuto fare a meno di esclamare: «Anche quella là si candida? Ma non ne ha abbastanza di quello che fa già?» Per poi concludere convinta: «I è tuti compagni [sono tutti uguali]. Ma tanto io non voto. Sono vent’anni che non vado a votare». Non ho potuto fare a meno di replicare che a mio parere non sono tutti uguali e poi si poteva anche scegliere… Naturalmente non penso di averla convinta, però mi chiedo con quale fondamento, lei e tante altre persone come lei, possano onestamente avanzare critiche, lagnanze, se neanche si spendono minimamente per fare la propria parte, per cambiare. Sono dell’ avviso che la società la si cambia con quanto operiamo tutti i giorni; non certo limitandosi a votare, però finché ne avrò l’opportunità e l’occasione, per quanto possa sentirmi poco rappresentato da chi viene eletto, non mancherò di fare la mia parte anche alle elezioni. Mia madre che ha 94 anni ed è ancora lucida; s’informa, legge, commenta critica. A volte dice di non capire quanto sta accadendo nel Paese, però a votare ci è voluta andare; eccome! La preferisco di gran lunga a quanti dicono che non c’è niente da fare.

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