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12 apr 2023
Resta con noi, perché si fa sera Lc 24,13-35
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1141 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.

 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?". Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". 19Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". 25Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: "Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Oh quanto abbiamo bisogno anche noi, oggi, nel nostro tempo, che il Signore rimanga con noi, lui che sempre ci cammina accanto ma che sovente non sappiamo riconoscere perché, come i due di Emmaus, abbiamo gli occhi del cuore impediti a riconoscerlo. E non è che lui giochi a nascondino con noi, siamo proprio noi che non sappiamo alzare il nostro sguardo oltre le fatiche quotidiane. Ci accontentiamo di brontolare oppressi da tutto ciò che di negativo ci accade attorno. E di cose negative ce ne sono davvero tante. Lo sguardo di fede non è un qualcosa che ce le celi, ma piuttosto quella capacità dataci per grazia di saper vedere la luce anche nel buio più pesto. Fidarci del Signore non significa cercare in lui un analgesico che ci renda meno duro il vivere, ma credere fidandoci di un Dio che ci è Padre, ha cura di noi e che anche attraverso ciò che di doloroso può accaderci, non cessa di donarci il suo bene. Molto spesso invece poniamo la nostra fiducia o nelle nostre vere o presunte capacità, oppure in quanto di più accattivante di offre il mondo, dimenticando che ogni risurrezione necessariamente passa attraverso un morire: morire al nostro egoismo, alla nostra presunzione, al nostro attaccamento alle cose o ai beni materiali. Sì, Signore, per camminare dietro te, abbiamo bisogno che tu sieda ancora alla nostra tavola e spezzi il pane per noi.

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