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13 apr 2020
NON TEMETE!
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1449 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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Non temete! (Mt 28,8-15)

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. 9 Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno".

11 Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12 Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13 dicendo: "Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". 14 E se mai la cosa venisse all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione". 15 Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

 

Forse l’argomento risurrezione è, tra i tanti, quello che riesce più ostico anche per molti credenti. Cercheremmo inutilmente nei vangeli resoconti in grado di dipanare i tanti dubbi che possono sorgere attorno alla questione, perché i vangeli non sono una cronaca di quegli come di altri avvenimenti. Sulla questione specifica della risurrezione poi, se uno presta attenzione ai testi dei 4 evangelisti che ne parlano, rischia concretamente di entrare in confusione, perché uno pare smentire, o quanto meno modificare anche profondamente la versione dell’altro. Le apparizioni del risorto sono avvenute in Gerusalemme o in Galilea? Ma l’intento di tutti 4 gli evangelisti non è quello di restituirci una cronaca della risurrezione – nessuno ha visto Gesù risorgere, né le guardie né le donne accorse al sepolcro – ma ridarci un’esperienza profonda fatta da loro di un Gesù vivo più che mai, che da vigliacchi timorosi li ha trasformati in testimoni coraggiosi della buona notizia del Vangelo che ha cambiato prima di tutto la loro vita e poi quella di quanti sono entrati in contatto con loro. L’esperienza del Signore risorto non è una cosa capitata a quei primi seguaci, così da farci esclamare: beati loro! È un’esperienza che possiamo fare anche noi nella misura che sappiamo lasciarci trasformare dalla sua Parola, vivendo non più per noi stessi ma perché i fratelli, specie i più poveri e bisognosi, possano vivere una vita dignitosa e felice. Allora ci sentiremo anche noi ripetere dal Signore: non temete!

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