Ci sono dei momenti nella vita personale, comunitaria e sociale, nei quali non è possibile esitare in attesa degli eventi, limitandosi a fare da spettatori.
Il tempo attuale è uno di questi; uno di quei momenti dei quali la storia chiederà ragione, dai quali non è possibile trarsi fuori dichiarando o chiedersi: io che c’entro? La neutralità non è consentita dinanzi all’imbarbarimento che sta avanzando e che rischia di minare la convivenza lasciandoci tutti quanti più poveri, feriti incattiviti. Questa nostro Paese, per come è sgovernato da taluni suoi rappresentanti, fa vergognare di essere italiani. In politica è del tutto legittimo avere opinioni diverse e indicare modalità differenti di affrontare i problemi. Ma il tutto non può avvenire al di fuori del dettato costituzionale, dei principi di legalità internazionale in spregio delle convenzioni che il nostro Paese ha sottoscritto e usando un linguaggio spregevole, abietto. Il consenso elettorale, sempre provvisorio e temporaneo (quando non estemporaneo) non autorizza nessun eletto, ministro o presidente che sia, a giustificare anche il peggio affermando baldanzoso: ho dalla mia parte la “ggente”. La “ggente” così improvvidamente evocata, dimenticano i potenti di turno, che è volubile. La storia dovrebbe averli ammaestrati e anche i tonfi di chi li ha preceduti. Ma per chi intenda la politica in senso nobile, non è questo il problema. Semmai prendere nettamente posizione contro la deriva razzista verso la quale stiamo lentamente scivolando; impegnarsi, anche a rischio personale, ad una diversa narrazione, capace di dare gambe e corpo a un modo diverso, alternativo di pensare e agire, capace di generare una società abitata dall’utopia, dove ci sia spazio per tutti e tutte e per tutti e tutte sia riconosciuto il diritto a vivere con dignità. Ci sono stati altri momenti nella storia nei quali l’ignavia di molti ha consentito a pochi facinorosi e violenti di sovvertire le regole del vivere civile. Non deve più ripetersi! La strada dell’inferno – ci insegnavano un tempo – è lastricata di buone intenzioni. È necessario abbandonare queste per giocare un ruolo attivo nella temperie del momento, così che sia stroncata sul nascere ogni velleità di far regredire il nostro Paese ad un passato che credevamo alle nostre spalle.