Non sono un politologo e quindi sono bel lontano dal volermi cimentare in analisi o prospettare scenari futuri riguardanti l’avvenire e lo sviluppo del quadro politico nazionale. Non posso però fare a meno di soffermarmi su un aspetto che ha attirato la mia curiosità oggi. Mi è suggerito da un servizio mandato in onda dal TG della 7 di questa sera, riguardante l’assise di Futuro e Libertà. Si metteva in evidenza un aspetto che altri telegiornali non hanno colto, e cioè come nel documento programmatico letto nell’occasione, ricorressero termini e concetti quasi identici a quello presentato, se ricordo bene, da Veltroni al Lingotto e come anche Fini sia ricorso ad una citazione, la stessa, identica, tolta dal libro del Piccolo Principe, che aveva usato sempre Veltroni nella già citata occasione.
Potrebbe apparire una curiosità poco significativa, o essere usata per chissà quali congetture. Personalmente vi ho voluto vedere un semplice piccolo segno di speranza; e cioè, che pur nella diversità che immagino possa e debba rimanere tra una visione diversa e antagonista fra destra e sinistra, o comunque vogliamo chiamare gli opposti raggruppamenti, si riesca finalmente, su questioni importanti, di fondo, a parlare un linguaggio comune. Cosa che in tutti questi ultimi quindici vent’anni è mancata. La speranza che nutro, senza soverchie illusioni, è che finalmente, in quanto cittadini italiani, riusciamo al di là delle differenze politiche, a riconoscerci nei principi di fondo della nostra Costituzione, che è fra le migliori esistenti, e che si metta da parte finalmente quella degenerazione socio culturale che ha nome berlusconismo. Questione che va ben al di là del soggetto principale che la incarna e che probabilmente, come hanno acutamente osservato persone più talentate di me, con ogni probabilità ha avuto origine ben prima che il cavaliere scendesse in politica. Il prossimo futuro ci dirà se questo è quanto ci attende o se si tratta della solita stantia manfrina. Che però, da destra, arrivi, magari un po’ fuori tempo, un sussulto di dignità e un basta, parrebbe detto con convinzione, a un modo di governare e di intendere il fare politica, è una cosa positiva, da guardare con interesse.