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01 apr 2012

LA SIGNORA

È chiamata semplicemente la Signora, il premio Nobel Aung San Suu Kyi, dalla sua gente, e immagino sia un titolo usato per sottolineare la sua nobiltà d’animo, il suo impegno indefesso a difesa dei diritti umani così vilmente calpestati nel suo Paese. Una piccola donna dall’apparenza fragile e minuta, ma dall’animo forte di una robustezza non comune.
Questo governo di tecnici sta mostrando il suo vero volto attraverso le misure che intende adottare in tema di riforma del lavoro. Dietro la rispettabilità di facciata dei suoi componenti, dietro la sbandierata necessità del risanamento del debito pubblico, dietro gli appelli altisonanti al senso di responsabilità di tutti e di ciascuno, si nasconde la faccia feroce di coloro che intendono ancora una volta pigiare il piede sull’acceleratore di una direzione di marcia di carattere liberista. Libera volpe in libero pollaio, per dirla in termini metaforici.
Che la politica in generale, fatte salve le pur lodevoli eccezioni che sempre e ovunque esistono, non s’ispiri al dettato evangelico, “il vostro parlare sia sì, sì e no, no”, lo sapevamo da molto tempo. Soltanto i fanatici e i creduloni – due categorie per altro abbastanza sovrapponibili – lo potevano pensare e credere.
La violenza, qualunque tipo di violenza mi fa orrore; tanto più quando si esprime scaricandosi su persone inermi. Tra le violenze di cui è imbastita la trama dei giorni, una delle peggiori, annovera quella verso bambini e donne, per opera di congiunti, compagni, mariti, famigliari. È tanto più riprovevole, perché nasce all’interno di relazioni che si sono dette o si dicono d’amore. Può un sentimento d’amore trasformarsi nel suo contrario, diventando perfino odio omicida?
02 mar 2012

RIFORME?

Non tutti i cambiamenti possono definirsi riforme, cioè modifiche volte a dare, come suggerisce il dizionario, nuovi e migliori assetti in ambito politico, sociale, economico. Bastasse solo il connotato di cambiamento, di novità, per definire riformatrice una qualunque variazione in qualsiasi campo della vita, allora i campioni in questo campo sarebbero i più spregiudicati.
Vent’anni fa esplodeva il fenomeno definito Mani Pulite e per un breve periodo si ebbe la sensazione di una svolta, se non di una rivoluzione nel nostro Paese. A tanti anni di distanza dobbiamo amaramente costatare che poco è cambiato. La corruzione dilaga ancora e come un male oscuro avvelena i rapporti tra cittadini e tra questi e le istituzioni, rendendole assai poco credibili agli occhi di questi ultimi, se è vero che il 95% degli italiani crede che le istituzioni nazionali siano corrotte.
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