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Forse è prematuro per asserirlo con certezza, ma credo proprio che il giocattolo si sia rotto definitivamente. Dopo l’imponente manifestazione di ieri a Roma, organizzata da cittadini comuni, una ventata di libertà ha iniziato a spirare in questo stanco Paese. Non so cosa ci attenda per il futuro. Le resistenze al cambiamento saranno ancora molte, ma non credo di esagerare, affermando che niente è come prima. Che cittadini di ogni estrazione sociale; giovani e meno giovani, si riapproprino della voglia di esserci e di contare, in numero così grande, è una cosa che mi riempie di gioia.
20 nov 2009

SOR'ACQUA

Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et umile et preziosa et casta. Sì, Francesco poteva cantare in questo modo, la presenza preziosa di questo bene che deve essere indisponibile, per poter essere di tutti. Quand’ero bambino, e mi capitava di abbeverarmi a qualche sorgente nel bosco, mai avrei pensato che un giorno si sarebbe posto il tema della privatizzazione dell’acqua. Ricordo ancora quando iniziò a scorrere dentro casa, da un unico rubinetto, quello di cucina. Avevo soltanto quattro anni, ma lo ricordo come fosse adesso: una cosa fantastica! Non dover più andare alla fontana per approvvigionarsi.
14 nov 2009

IL CANE DI ESOPO

E ridaigli! Riflettendo sulla proposta di riduzione dei tempi per i processi presentata in questi giorni, mi tornano alla mente certe scene di film (ora non ne ricordo uno in particolare) nel quale il furbo della compagnia è intento a dividere il malloppo di qualche colpo con i compari. Distribuendo il denaro fra i complici, si premura di contarsi due volte, mentre i compari li conta una volta soltanto, e riesce perfino a farsi passare come persona irreprensibile. Ecco, mi pare di assistere alla stessa scena, quando sento in TV, spiegare che il ddl è stato pensato per risolvere il problema di tanti cittadini.
Personalmente, non mi straccio le vesti, per la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso. Osservo con un certo stupore, e con un certo malessere, la condanna, pressoché unanime e bipartisan, della sentenza. Avrei voluto vedere la stessa unanime indignazione, e condanna, quando fu varato il pacchetto sicurezza, quando furono respinti in mare gli immigrati, di fronte alle tragedie che insanguinano in ogni parte il mondo. Per le migliaia di persone che anche in Italia non riescono a giungere a fine mese. Per certa politica e certi politici che furoreggiano nel Bel Paese.
È morto e non doveva accadere. Elvis è morto, addormentato dalle esalazioni di un braciere usato per riscaldarsi. Con lui è morto anche il suo sogno di bambino: fare da grande l’ingegnere. E chi può dire, cosa avrebbe potuto realizzare da grande? Una cosa è certa: quando un bambino muore, un pezzo di futuro è tolto all’umanità. Quindi a noi tutti.  E allora oggi siamo più poveri, perché ci manca Elvis e il suo sorriso; e siamo anche più colpevoli dell’altro ieri, perché abbiamo permesso che accadesse. Povera ma dignitosa è stata definita la mamma di Elvis. E certo, tante volte, la povertà più vera, è quella che resta nascosta ai nostri occhi. Magari è la povertà del nostro vicino di pianerottolo, quello che incontriamo ogni giorno, quello che ci saluta, quello che in qualche modo fa parte del nostro quotidiano e che noi non sappiamo comprendere. Allora è decisivo saper aprire gli occhi, farci più attenti, a cominciare proprio dalle persone che ci sono più prossime, senza per questo dimenticare tutte le altre. In ogni città, in ogni quartiere, in ogni via, esistono persone che faticano a vivere. È necessario avere un cuore grande, uno sguardo acuto e tanta…
Non c’è dubbio alcuno; la decisione della Corte Costituzionale che boccia senza appello il Lodo Alfano è una buona notizia, di quelle di cui rallegrarsi. È come il farmaco atteso ed invocato nel bel mezzo di una pestilenza. Sappiamo però che non basterà perché la malattia è profonda ed ha intaccato a fondo l’organismo del nostro Paese. Che però il massimo organo costituzionale abbia ribadito un principio di fondo, ossia l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, è una cosa che ridà speranza e che contribuisce a confutare l’arroganza di chi, immaginandosi un nuovo re Sole, soltanto perché ricco e potente, vorrebbe stravolgere a colpi di maggioranza l’assetto istituzionale italiano.
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