Il quotidiano locale l'Adige, sabato otto gennaio riportava la notizia di una messa celebrata su richiesta dei vertici locali della Lega Nord, in favore dei cristiani copti uccisi in Egitto. La questione mi suggerì una riflessione nel merito, che inviai allo stesso quotidiano, e che riporto di seguito. A seguire le prime due reazioni alla mia lettera. Ognuno valuti tenore e contenuto degli interventi.
San Francesco in salsa leghista? Questo è stato il primo pensiero che mi è sorto spontaneo, leggendo la notizia riportata a pagina 22 dell’Adige di sabato otto gennaio. E subito dopo mi è sorto spontaneo un altro pensiero: a parti invertite, le stesse persone avrebbero fatto quanto attuato da non pochi mussulmani, che in Egitto si sono detti disponibili a farsi scudi umani per difendere da possibili altri attentati terroristici i cristiani? Fatta salva la buona fede di ogni persona, che non mi permetto di giudicare, mi è davvero difficile sottrarmi all’idea di un uso strumentale dell’iniziativa posta in atto dalla Lega Nord, con la celebrazione di una messa in solidarietà dei cristiani copti d’Egitto. Così come mi è difficile comprendere la disponibilità data dai seguaci di San Francesco alla celebrazione, considerando le istruzioni che lo stesso santo dava ai suoi seguaci che intendevano recarsi fra i saraceni. Non mi pare davvero che fra il messaggio leghista, quello evangelico e francescano, riguardante il rapporto fra credenti di fedi diverse e rapporti fra le persone ci sia una grande affinità. Quando ci riuniamo per celebrare l’Eucarestia, siamo soliti riconoscere che siamo peccatori, cioè incapaci di osservare davvero l’unico comandamento che Gesù Cristo ha dato ai suoi seguaci e dal quale gli altri possono riconoscerci: l’amore reciproco e verso tutti; compresi quelli che ci possono essere nemici. Non credo che questo sia declinabile soltanto sul piano personale, ma che debba valere anche sul piano sociale e comunitario. Come si concilia questo imperativo che vale per tutti i cristiani, con il militare in un movimento e gruppo politico i cui esponenti di maggior spicco non mancano occasione per contraddirlo in continuazione, attraverso prese di posizioni, leggi e delibere che certo è ben difficile considerare improntate ad un sentire cristiano? È vero, per i credenti, riconoscersi peccatori, significa pure , contestualmente, ritenersi bisognosi di conversione; quindi disponibili a cambiare mentalità, modi di vita. Quindi è da presumere che anche i partecipanti alla messa in questione abbiano voluto rileggere il loro vissuto alla luce della Parola: quella di Dio, s’intende. O meglio ancora del Padre, che in Gesù Cristo ci comunica non esserci più né greco, né giudeo, né schiavo, né libero, né uomo, né donna. Tradotto in termini attuali, potremmo dire: né italiano, né extracomunitario, né cristiano, né mussulmano… Se così fosse, allora sarebbe un grande segno di speranza. Naturalmente rimane ancora vero che l’albero si giudica dai suoi frutti. Staremo a vedere.
(Piergiorgio Bortolotti)
Vorrei rispondere alla lettera di Piergiorgio Bortolotti, sulla messa celebrata su richiesta della Lega Nord. Siamo sulla stessa linea d’onda cioè in sintonia «francescana» con tutta la tua riflessione in margine alla messa desiderata da dei cristiani che, in quanto cittadini si ritrovano in un gruppo politico chiamato Lega, per ricordare il massacro di inermi cristiani fatto da estremisti islamici ad Alessandria d’Egitto. Ma come verso la fine ammetti: chi è senza peccato, scagli la prima pietra!... allora siamo tutti peccatori come cristiani e come politici. Allora lasciamoci andare tutti alla deriva e ci etichettiamo l’un l’altro: destra, sinistra, centro, come lo spettacolo del pollaio politico italiano insegna da qualche anno e ognuno rimane nella sua opulenta e tronfia trincea. Oppure è giunta l’ora di togliere la maschera e l’etichetta di perbenismo e di puntare, se è possibile, a un dialogo, a un confronto, a una riflessione che può partire benissimo dalle nostre radici cristiane apportatrici di una cultura di dignità, di diritti inalienabili che nessuno può ridurre o eliminare che ogni persona porta con sé. Non è questo forse il pensiero tuo e mio? Scendiamo dalle barricate ideologiche prevenute e andiamo a scuola di verità, di giustizia, di pace vera come l’ha portata S. Francesco al Sultano d’Egitto (che stravolgimento?!) mentre i cristiani facevano la guerra ( per amore di Dio o per interessi chi lo sa!) giustificata contro i mussulmani. Sentiamoci tutti quanti più umili e desiderosi di essere più autentici, di convertirci a valori e sentimenti veri. Nella richiesta fattami ho captato questa novità, di imparare l’arte di essere uomini come Dio comanda e forse è il segreto della convivenza che desideriamo. Ho fatto una scommessa. Che sia la volta buona? Passa parola. Forse conosci altri che vogliono ripartire. Pace e bene!
(Frate Romeo Anselmi Convento dei frati francescani).
Egregio direttore, che qualcuno avrebbe esternato in merito alla Messa l’avevamo0 messo in conto. Personalmente non pensavo lo facesse l’ex direttore del Punto ‘Incontro. Conosco, come tanti in città, il signor Bortolotti come persona mite, tollerante, dedita ai bisogni della povera gente, ma mai e poi mai mi sarei aspettato che andando in pensione si fosse trasformato da professionista della solidarietà in un astioso teologo sputasentenze. Voglio precisare alcuni passaggi della lettera di Bortolotti: vede, esimio, leghisti lo siamo da pochi anni, cattolici lo siamo da sempre e anche se magari a lei può dare fastidio, siamo credenti e cerchiamo di difendere la nostra fede. I frati hanno celebrato la messa semplicemente perché sono stati i primi ad essere interpellati, probabilmente se l’avessimo chiesto ci sarebbero stati altri sacerdoti che avrebbero accettato. Perciò lasci stare le salse, gli scudi e i saraceni e se non comprende la disponibilità dimostrata dai frati se la faccia spiegare da don Dante. È vero, e lo sappiamo, che il primo comandamento dice che siamo tutti fratelli, m vada a dirlo a quei «fratelli» che massacrano i cristiani in mezzo mondo. Nel 2010 ne sono stati ammazzati 1.600, e sono sempre quei «fratelli» che, attuando una scientifica invasione demografica, stanno occupando la nostra terra facendo sparire risorse, valori e tradizioni della nostra fede, con la complicità di chi la pensa come lei. Poi, che siamo tutti peccatori è come scoprire l’acqua calda, «chi è senza peccato scagli…», disse Gesù. Quindi, come vede le sue affermazioni, non sono di prima mano, se mai dovrebbe riflettere sul peccato nel giudicare il suo prossimo. La carità non è solo distribuire un piatto di minestra ma accettare anche chi non la pensa come lei. Le auguro con sincerità di godersi la meritata pensione magari lasciando stare le salese e i pensieri spontanei.
(Claudio Villotti)
Il tono della lettera del 14 gennaio di Claudio Villotti a riguardo della «Messa dei leghisti», in risposta a Piergiorgio Bortolotti, dovrebbe far capire a padre Romeo Anselmi, più di ogni altra possibile riflessione, l’inopportunità di prestare il fianco alle facili e frequenti strumentalizzazioni della religione cristiana che alcune forze politiche vorrebbero maldestramente camuffare sotto una patina di «buone intenzioni». Evitiamo che crocifisso, presepe e perfino eucarestia diventino delle «clave» nelle mani di chi cerca solo qualche voto politico in più a buon mercato.
(Giorgio Viganò, Attilia Franchi operatori Punto d’incontro)