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Tentarono di trattenerlo Lc 4,38-44
Scritto da Piergiorgio |
Letto 216 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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38Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.

39Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano anche demòni, gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. 42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. 43Egli però disse loro: "È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". 44E andava predicando nlle sinagoghe della Giudea.

Non c’è che dire, un Gesù taumaturgo fa comodo e come non volerlo trattenere? Anche noi, spesso, somigliamo alla gente di quel tempo: restii a comprendere la novità portata da Gesù, tanto da rimanere legati a consuetudini del passato come i compaesani di Simone che per ricorrere al Signore attendono che sia terminato il sabato, perché prima vogliamo essere ben certi di non comprometterci con quel Maestro un po’ particolare, salvo poi volerlo trattenere con noi come garanzia di protezione contro gli imprevisti della vita. Invece è da noi stessi che Gesù chiede di uscire. Ci chiede di abbandonare le false sicurezze della religione che ci offre un campionario di cose lecite e altre di proibite, mantenendoci infantili, assumendo il coraggio di intraprendere la strada da lui tracciata che richiede la capacità di usare la testa e di fare scelte, magari più impegnative e difficili, ma senza il conforto della approvazione previa di qualcuno che sceglie per noi.

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