Non serrano più i polsi,
non stringono caviglie
non suonano di freddo
e sordido metallo:
sono impresse dentro l’anima,
con marchio che è di fuoco.
I lacci sono occulti,
e mascherati bene:
Invisibili è il nome
di quanti oggi imprigiona.
La gente pare cieca
e finge anche sorpresa;
pare non avvedersi
dei pregiudizi effusi
disseminati ovunque.
Come gramigna crescono
e rinserra sempre gli Ultimi:
li etichetta
espunge
confina oltre i margini.
Qui a morire è l’Uomo
e sempre fuori le mura
della città che gode.