Allo sprovveduto osservatore italiano sembrerà che il problema dei problemi sia costituito dagli immigrati e che risolto quello, alla maniera che prospetta Salvini, tutto rientri nella normalità fantasticata.
Una normalità fatta di lavoro dignitoso, di stipendi onorevoli, di sicurezza, tranquillità e benessere per tutti. Paradossalmente, ma non tanto, chi ha meno interesse ad affrontare in maniera efficace tale problema sono proprio i governanti similsalvini perché cesserebbero immediatamente dal disporre di un’arma potentissima di distrazione di massa: appunto la questione migratoria. Vale per l’Italia, ma vale anche per gli altri paesi europei. Tolto dal tavolo della discussione questo argomento rimarrebbero privi di materie altrettanto dirompenti sulle quali catalizzare l’interesse, ma più ancora la rabbia della gente. Al netto da ogni altra considerazione di carattere umanitario, etico, civile, che pure sono importantissime, rimane il fatto che di immigrati abbiamo bisogno sia in Italia che in Europa. E questo non sono i soliti “buonisti” ad affermarlo, ma studi seri di carattere economico. Basti un solo dato. In Europa ogni anno sono ben 3 milioni i lavoratori che vanno in pensione e che non sono sostituiti semplicemente perché la denatalità in continuo aumento non lo permette. Si dirà: e tutti i giovani disoccupati? Evidentemente a molti tipi di lavoro non sono interessati, senza tralasciare il fatto che non pochi lavori nei quali sono impiegati gli immigrati sono dei veri e propri lavori schiavi. Lavori schiavi che non sono adeguatamente perseguiti perché… semplicemente fanno comodo, ne abbiamo bisogno. È triste dirlo, ma è così e si tratta di fenomeni diffusi: dal lavoro agricolo alla prostituzione. C’è tutta una economia che rappresenta una percentuale di PIL non indifferente, che prospera e si regge sullo sfruttamento di persone prive di qualsiasi diritto. È noto, è risaputo, è sotto gli occhi di tutti, ma non si fa abbastanza per contrastare tale fenomeno. Se quanti vengono da noi in cerca di fortuna, di una vita migliore, godessero di tutti i diritti dei quali godiamo anche noi, il fenomeno dello sfruttamento e del lavoro schiavo sarebbe drasticamente ridimensionato. Ma evidentemente non conviene: non a tutti! Si direbbe che ci siano persone che hanno interesse a fare soffrire altre persone, diversamente non si comprende per quale ragione, posto il fatto che noi abbiamo bisogni di mano d’opera, non sia possibile far incrociare la domanda con l’offerta attraverso canali regolari d’accesso che consentano a chi viene di viaggiare sicuri, senza doversi mettere nelle mani di trafficanti di esseri umani, ad un costo contenuto (biglietto d’aereo o altro mezzo) e una volta qui essere inseriti in un percorso serio e organizzato di inclusione nella nuova società di elezione. Non avremmo più ghetti e situazioni al limite dell’umano. L’incontro tra diversi sarebbe mediato da personale preparato e percorsi ad hoc, con risparmio di risorse e conflitti. Una gestione razionale ed efficace delle migrazioni, non solo è possibile ma sarebbe conveniente pe tutti; perfino più economica. Ciò che manca è la volontà di affrontare tale fenomeno per quello che è: una questione epocale e strutturale, non certo di corto respiro. Meglio far finta che si tratti di una emergenza, di una invasione (anche se i numeri smentiscono tale affermazione), meglio farli morire in mare, meglio continuare a credere che sono loro ad avere bisogno di noi anche se magari abbiamo una badante in casa pagata in nero e se sulle nostre tavole fa bella mostra verdura che gronda sangue…