Si rimpallano le responsabilità, lanciano il sasso (ordigni di morte) e poi nascondo la mano, fanno la voce grossa e ciascuno dei contendenti in campo sostiene, finanzia e arma la fazione, il gruppo che, per loro conto, fa il lavoro sporco.
A noi vogliono dare ad intendere che combattono chi per la democrazia, chi per difendere uno stato sovrano e chi per chissà quale altra nobile ragione. A muoverli sono solo gli interessi di parte, la geopolitica, il controllo di quei territori, la convenienza e non ultima, la necessità di testare le armi più moderne. Sarebbe infatti ingenuo ritenere che la corsa agli armamenti, che non è mai cessata in questi ultimi anni, fosse diretta semplicemente a rinnovare gli arsenali militari per poi tenere stipate nei depositi quanto di più sofisticato e nuovo la tecnica prestata al militare ha prodotto ed escogitato. No davvero, della popolazione civile della Siria, di quanti dolorosamente sperimentano sulla loro pelle l’esito di queste battaglie di inciviltà che paiono non avere mai fine, ai “comandanti in capo” non importa un bel niente. All’occorrenza sono anche disposti ad esibire in pubblico lacrime e commozione, ma tutti quanti sono soltanto delle peggiori facce di bronzo che circolano sul nostro pianeta; purtroppo. Chi siede sugli scranni più alti, coloro che potrebbero davvero porre fine alla mattanza, al presente, non hanno alcun interesse a farlo. Per questo dobbiamo non smettere di chiedere loro conto di quanto permettono, di quanto stanno facendo ed esigere che cambino e ascoltino fino in fondo il grido dei morti ammazzati e dei feriti, smettendo di sostenere le prime, le seconde, e le terze file che combattono e commettono ogni sorta di nefandezza per loro conto. Solo la protesta ferma decisa, massiccia dei popoli liberi possono indurre i signori della guerra ala tregua e alla pace nella giustizia. Il nostro Paese non può accodarsi senza profferire parola all’America e ai suoi vassalli in questa rincorsa alla guerra, dimenticando e stracciando la nostra Carta Costituzionale. Il “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, sancito solennemente, non può in alcun modo venire disatteso per interessi meschini e di corto respiro. Avrà l’Italia il coraggio di levarsi quale voce dissonnante in questo momento? È l’unico modo perché il nostro Paese, in un consesso di nani, mostri di saper indicare la via in grado di farci tornare tutti quanti più umani.