È una delle favole più note di Fedro e oggi, forse più di ieri, è più che mai attuale. A farla da padrona, oggi, è l’arroganza e la prepotenza dei più forti,
capaci, come il lupo della favola, di stravolgere i dati di realtà, facendo credere a una platea sempre più vasta di persone che a “rendere torbida l’acqua” alla quale ci abbeveriamo siano i soggetti che stanno più in basso nella scala sociale, anziché coloro che stanno in alto e dispongono di mezzi, risorse e potere. Alla teoria del lupo abboccano in molti: per ignoranza, per paura, perché a forza di sentirsi ripetere che se tutto va a rotoli è colpa di migranti, Rom e poveracci si finisce con il credere che non sia tanto inverosimile che il sole tramonti a levante anziché a ponente. Naturalmente con questo non si intendono negare problematiche realmente esistenti, ma solo ricordare che, come ogni buon medico sa, la febbre è solo un sintomo e non la malattia. O ancora, che il buio in una stanza non lo si combatte menando pugni a destra e a manca, quanto piuttosto accendendo un lume. Soltanto qualche esempio tra i tanti.
INVASIONE. In tanti parlano di invasione di migranti nel nostro Paese e in Europa, nonostante i numeri smentiscano tale teoria, ma quel che più indigna è che si evita accuratamente di spiegare le ragioni che inducono così tante persone a fuggire dalle loro terre, come bene denuncia Alex Zanotelli, chiedendo ai giornalisti di rompere il silenzio sull’Africa e su quanto avviene in quel continente.
AIUTIAMOLI A CASA LORO. Questo è il refrain che gira insistentemente e che è fatto proprio da forze di destra e altre (che si dicono) di sinistra. Sarebbe una buona cosa operare realmente e concretamente perché ciascuno possa vivere dignitosamente la dove è nato ed eventualmente possa liberamente decidere di emigrare altrove. Ma non funziona così e se davvero i migranti li si vuole aiutare a casa loro, prima di tutto si dovrebbe smettere immediatamente di depredare i loro paesi di risorse e beni e magari iniziare a restituire quanto rubato in passato. Un solo esempio anche a questo riguardo: che farebbe la Francia senza i circa 500 miliardi di dollari annui che riceve, sotto forme diverse, dai paesi francofoni dell’Africa?
ROM E SINTI. La maggior parte di loro, che sono, ricordiamolo, una minoranza etnica e non una categoria delinquenziale, hanno la cittadinanza italiana e sono stanziali. Si aggirano tra le 90 e le 140mila persone. Quanti vivono nei “campi nomadi”, stando al censimento del 2008, non sarebbero più di 12 mila. E se esistono, questi campi, è anche perché sono mancate e mancano politiche attive di inclusione.
CRIMINALITÀ. Tutte le statistiche concordano nell’affermare che il tasso di criminalità tra gli stranieri residenti regolarmente in Italia, in percentuale, non è maggiore di quello tra gli italiani. Tra gli irregolari si riscontra una percentuale maggiore per determinati reati, chiaramente legati anche alla loro condizione di irregolari; motivo in più per sanare la loro condizione. Però di questi tempi si accentua insistentemente la sottolineatura di reati commessi da immigrati, tanto da far sembrare che gli unici responsabili di determinati comportamenti siano solo loro. Si va sempre più affermando una correlazione di causa effetto tra immigrazione, insicurezza e disagio sociale che invece ha ben altre cause e affonda radici nella crisi economica e sociale.
Ma come diceva il lupo della favola all’agnello: «Sei mesi fa hai sparlato di me». «Ma come potevo se non ero ancora nato?» gli risponde l’agnello. «Allora è stato tuo padre a sparlare male di me!» ribatté infine il lupo, e, saltando addosso all’agnello, lo sbrana dandogli così un’ingiusta morte.
Riprendono piede ideologie che credevamo morte; riabilitazioni di fascismo e razzismo che spingono a vedere nel diverso, nello straniero, nell’emarginato e in chi vive nell’illegalità di strada il responsabile di tutto quanto non va, mentre quanti delinquono stando in alto, vivono al riparo da biasimo e critiche, così che è “feccia umana” il poveraccio e leader applaudito chi spara a zero sui penultimi perché se la prendano con gli ultimi. Un film che abbiamo già visto in passato. Purtroppo siamo un Paese senza memoria.
Per quanto mi riguarda, come affermava Lutero, “anche se sapessi che domani il mondo andrà in pezzi, vorrei comunque piantare il mio albero di mele”, non rassegnarmi al peggio e continuare, nel mio piccolo, a spendermi per una società più giusta e migliore, più solidale e fraterna.