Vorrei che da tutte le piazze d’Italia, da ogni luogo di lavoro e di vita si alzasse un solo grido: vattene! Vorrei che coerentemente con quel grido, la gente scendesse in piazza a protestare fino a quando l’omuncolo di Arcore, fatte le valigie, se ne sia andato. Non m’ importa dove: il più lontano possibile. E non mi importerebbe nemmeno sapere che si sta godendo le sue ricchezze in qualche paradiso fiscale o ospite presso quei tre quattro amici fatti di pasta simile alla sua, che vanta in giro per il mondo. Non mi importerebbe neppure vederlo finire a processo e magari condannato, di fronte alla prospettiva certa che lasciasse il Paese. Non se ne può più di un uomo che ci copre di ridicolo ogni giorno e di una schiera di supporter che a tutto pensano tranne al bene comune, ai problemi che quotidianamente la gente si trova a dover affrontare.
Lui è davvero convinto, a quanto pare, che il potere accumulato e i soldi che possiede gli consentano di fare qualunque cosa: anche comportarsi come un guitto qualunque, senza alcuna senso del decoro, nei confronti di chi lo sta ad ascoltare (vedi show di Lampedusa o barzelletta ai sindaci napoletani). E pensa pure di essere divertente; invece fa soltanto una gran pena. Se un minimo di buon senso albergasse nel cuore dei suoi cortigiani, sarebbero i primi a dirgli di farsi da parte. Anche coloro che affermano di volergli bene, dovrebbero fare altrettanto, perché voler bene a una persona è anche sapergli dire apertamente: adesso basta; hai passato ogni misura! Invece, costoro, difendono l’indifendibile e pure i suoi supporter, mostrando così di aver perduto ogni barlume di semplice buon senso. Siamo arrivati all’idolatria, e questo non da oggi, e quello che si adora è un semplice feticcio, anche se i suoi adoratori, vedono in lui una divinità. Allora spetta a tutti gli altri, a quanti non sono così accecati, far luce anche agli orbi, perché conviene a tutti uscire dal buio nel quale siamo precipitati. In questo, quanti si dicono credenti, ad iniziare dalle gerarchie ecclesiastiche, dovrebbero avere una parte importante; lo richiede la coerenza. Se tacciono, sono soltanto complici. Son guide cieche che guidano altri ciechi e non potranno che finire dentro una fossa. Il bene e il vero però alla fine prevarranno, nonostante tutti gli sforzi contrari, solo che non sappiamo come e quando questo avverrà. Di certo in questo momento, rimane la convinzione che non possiamo né dobbiamo arrenderci, dinanzi alla protervia. Lottare con speranza e determinazione. Il potere, la storia ce lo ha insegnato, è stupido, benché sembri il contrario e prima o poi finisce col soccombere sotto il suo stesso carico di negatività. Avremo, allora, molto da costruire. Possiamo allenarci fin da adesso vivendo diversamente da come vorrebbe ci comportassimo il berlusconismo imperante.