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Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:11
23 gen 2010
QUANTO VALE UNA VITA?
Scritto da Piergiorgio |
Letto 7990 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Non scegliamo dove nascere, in quale tempo, da chi. La vita, in questo senso, è una roulotte che ci butta allo sbaraglio dentro l’esistenza. Quindi non è del tutto vero che nasciamo uguali. Sì, certo, nasciamo nudi e bisognosi di ogni cura, ma appunto, tolto questo, c’è chi nasce con la camicia e chi no. Chiara e Marianna, evidentemente, non sono nate con la camicia. Come ogni adolescente e ogni bambino, immagino che portassero in cuore tanti sogni; magari per Chiara il più pressante era quello di una vita un pochino più dignitosa, con una casa che si potesse chiamare davvero casa e non stamberga, catapecchia, tugurio. Non poteva certo addebitare ai genitori la responsabilità di quella esistenza grama. Quale genitore desidera per i propri figli un’esistenza che non sia più che dignitosa?

 La povertà, checché ne dicano certuni non è una colpa. Qualcuno, troppi, ci si trovano dentro nonostante tutto. Per uscirne non basta la buona volontà, quando le condizioni sociali sono avverse. Come non vedere la responsabilità di tutti noi, quando fingiamo di non vedere, giriamo la testa dall’altra parte e, Dio non voglia, ce ne freghiamo delle condizioni subumane nelle quali in tanti, troppi, sono costretti a vivere? Come è possibile che nel 2010, in Italia, una famiglia sia distrutta a causa del crollo dell’abitazione in cui vive? È qualche cosa che ci dovrebbe far vergognare fino alla punta dei capelli. Per quanti si dicono credenti, è qualcosa che dovrebbe impedirci di accostarci all’ Eucaristia, domani, nel giorno del Signore. Come possiamo, infatti, accostarci alla cena del Signore, sena esserci prima riconciliarci coi tanti poveri che accettiamo vivano in condizioni che non riserviamo nemmeno ai cani? Chiara e Marianna, all’alba di un nuovo giorno, con ancora nel cuore i sogni della notte e negli occhi le attese piene di speranza che ogni alba ci sussurra all’orecchio, non sono morte per un incidente imprevedibile, ma a causa della stupidità umana. Non ci rimane che farne ammenda e rivestirci di sacco, cospargendoci il capo di cenere.

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