Ci stiamo avviando a grandi passi verso la conclusione di questo 2023 e il carico di dolore del mondo appare sempre tanto grande da indurre a sentimenti, se non di disperazione, certo di lacerante impotenza.
Come reggere lo sguardo supplicante e doloroso delle migliaia di bambini che si aggirano smarriti tra le macerie, le tendopoli improvvisate, con i piedi nel fango nella striscia di Gaza? E come sostenere quello altrettanto dolente dei bambini israeliani già vittime di sequestro e trattamento inumano da parte dei loro rapitori? E quello dei bambini ucraini oggi quasi velato, tacitato dalle notizie e dalle immagini dei primi? Per non parlare degli sguardi che neppure conosciamo dei bambini di altri contesti di guerra che non riescono a rompere la barriera di silenzio dei nostri media. Qui da noi, in queste nostre atmosfere asfittiche ed edulcorate, farcite di melodie inneggianti la vita di un Bambino nato oltre 2000° anni fa di cui è facile fare memoria in modo indisturbato, senza agganci con l’attualità non meno drammatica di quella che lui stesso ha vissuto a suo tempo, ci è oltremodo facile scambiare sentimenti di mielosi e convenevoli auguri di pragmatica per impegni di solidarietà e condivisione con poveri, emarginati, perseguitati. Ma quel Bambino nato a Betlemme, in una terra, allora come oggi, dominata da potenti arroganti e crudeli, percossa da ribellioni altrettanto violente quanto quelle degli oppressori, nella sua impotente condizione di neonato, povero tra povera gente, non è segno di rassegnazione, né di opposizione violenta a un potere violento. È segno di uno sguardo altro sul mondo; impronta di un Dio che si fa prossimo a quanti versano in condizione di schiavitù, invito a gioire, promessa di futuro e pienezza di vita. Certo, la strada che indica è una strada difficile, tracciata su rigo musicale che il mondo non concepisce: la strada della libertà, dell’impegno ad amare tutti, sempre, rinunciando ad ogni vendetta e sopraffazione, a non smetter mai di osare sperare con tutti, impegnandosi con responsabilità a promuovere diritto e giustizia senza arrendersi mai. È Natale soltanto se sapremo fare nostro il cammino fatto da quel Bambino; da Betlemme al Golgota, se necessario. Auguri di cuore lettrici e lettori di questo modesto diario trascurabile.