Share to Facebook Share to Twitter Share to Linkedin 

Articoli più letti

02-05-2009

NON RIESCO A RASSEGNARMI

Miguel, è un nome che suona dolce come un claves. E tu eri una persona...

03-05-2009

SOLTANTO BARBARIE

  Cara Delara Darabi, io non so se tu eri colpevole come ti sare...

18-05-2009

ERA SOLTANTO UN SOGNO

Il barcone veleggiava, sì fa per dire, verso le coste africa...

06-06-2009

LO SPORT PREFERITO

Ci vuole un genio per fare le vere domande- diceva Oscar Wilde- e non ...

Il mio blog

10 iscritti

Iscrizione alla categoria

Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.
Teresa non va in ferie; non ne ha mai fatto. O almeno che ricordi. Però dice che sì, qualche giorno, nei fine settimana, se lo concede di riposo: in montagna. In effetti qualche volta, quando era più giovane, sulla montagna che si erge maestosa, non molto lontana da casa sua, c’è stata. Partiva la mattina e faceva ritorno a sera. Si portava qualche panino da mangiare e un libro da leggere. Altro non poteva permettersi, se non un gelato, qualche rara volta. Però alla gente, a quelli che abitano nel condominio dove sta lei, dà ad intendere, che lei, le ferie estive, le fa come tutti quanti. Abbassa le tapparelle, si muove con circospezione dentro casa, tiene il volume della TV basso, basso, oppure usa le cuffie, adesso che è anche un po’ sordastra, così finge di essere partita come tanti altri.
Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere, afferma un anonimo. E certamente è vero; o almeno, è quanto ci dice l’esperienza. Però è altrettanto indubbio, così mi pare, che stiamo precipitando in una notte della quale è molto difficile stabilire a priori la durata. Nonno Battista, classe 1988, raccontava di come un suo compagno di lavoro, in gioventù, fosse stato licenziato in tronco, soltanto perché ebbe l’improntitudine di guardare l’orologio.
09 giu 2010

PADRONI D'ITALIA

Potrebbe essere un suggerimento; una proposta, di questi tempi nei quali tutti ne avanzano qualcuna. Perché non cambiare le parole dell’inno nazionale? Non più, fratelli d’Italia, ma padroni d’Italia. Non pare anche a voi che quelle parole- fratelli d’Italia, appunto - siano ormai datate, come lo è la nostra Costituzione, a giudizio di Berlusconi? La fratellanza, la sonorità, infatti, presuppongono un’uguaglianza: di diritti, di doveri, di regole condivise, di valori fondanti.
Dieci o diciannove che siano i morti, sono sempre tanti; troppi. Anche se ci fosse stato un solo morto, sarebbe di troppo. Troveranno certamente anche della giustificazioni a quanto avvenuto, e questa sarà l’ennesima dimostrazione che il potere, qualunque esso sia, non accetta mai di mettersi in discussione. I pacifisti, o meglio, quanti lottano attivamente per cercare di lacerare il velo dell’ipocrisia che tante volte e in tante parti del globo terrestre cerca di nascondere le innumerevoli ingiustizie che si consumano quotidianamente, sono tutt’al più tollerati, se e in quanto se ne stanno buoni, buoni e si limitano a qualche manifestazione di circostanza.
Dove stiamo andando? Chissà quanti italiani se lo stanno domandando, e quanti, al contrario, nemmeno si pongono il problema. A me pare che stiamo scivolando lentamente e inesorabilmente verso una forma di regime. Immagino che non ci sveglieremo con i carri armati per le strade; oggi non si usa più, ma certamente in un paese nel quale non essere delle persone lobotomizzate sarà sempre più un rarità.
10 mag 2010

CLANDESTINI?

.«I clandestini che non hanno un lavoro regolare, normalmente delinquono», sentenzia il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Gli fa eco l’ineffabile ministro dell’interno Maroni, nonché Cavaliere del Sacro Ordine Piano, quale «cattolico di distintissima condizione» (Corriere della sera 14 ottobre 2008) che afferma che bisogna «potenziare il binomio sicurezza integrazione», portando come esempio riuscito, quanto fatto a Verona dal sindaco Tosi. Lor signori, però, dovrebbero avere anche la decenza di ricordare che a trasformare in reato una condizione soggettiva, che non significa affatto, ipso facto, essere dei delinquenti, sono stati proprio loro; questo governo. E forse farebbero bene, oltre a sbandierare la riuscita lotta agli sbarchi di disperati sulle nostre coste, (90% in meno secondo il Viminale) nascondendo all’opinione pubblica che cosa significa per quei poveri cristi essere rispediti in Libia senza nessuna tutela; cosa accade a tanti immigrati, per molti anni regolari, che all’improvviso perdendo il permesso di soggiorno, finiscono prima in carcere e poi nei CIE (centri d’identificazione ed espulsione).
<< Inizio < Prec. 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 Succ. > Fine >>
Pagina 77 di 84

Contatti

Da:
Oggetto:
Nome:
Messaggio:
Please enter the following
 Help us prevent SPAM!

Accesso riservato

Copyright & Credits

I contenuti di questo sito non possono essere riprodotti, copiati, manipolati, pubblicati, trasferiti o caricati, con nessun mezzo, senza il consenso scritto dell'autore.

E' vietata l'utilizzazione, anche parziale, sia per scopi commerciali che no profit.

Chi avesse interesse ad usufruire di contenuti di questo sito è pregato di contattarmi.


Contatore visite

1869708
OggiOggi840
IeriIeri1441
Questa settimanaQuesta settimana3898
Questo meseQuesto mese840
TuttiTutti1869708