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Fino a quando potrà reggere la coesione sociale nel nostro Paese? È una domanda che dovrebbe inquietare molti, specialmente quanti hanno responsabilità politiche e di decisione. Non si tratta, si badi bene, di improvvisare delle risposte purché siano, ma di riscoprire la responsabilità personale di ciascuno, sapendola coniugare con quella collettiva, per trovare delle vie di uscita alla presente crisi, sapendo costruire il bene comune.
27 mar 2013

A PARER MIO

Ricordo un episodio per me abbastanza illuminante di un certo modo di intendere la politica, il confronto, la trattativa e pure il cambiamento. Eravamo negli anni Settanta e facevo parte del Consiglio di Fabbrica nel quale erano rappresentati delegati di diverso orientamento politico, tra i quali parecchi legati a movimenti della sinistra così detta extraparlamentare.
È stata un sorpresa; grande, come per molti altri, l’elezione a Vescovo di Roma, come lui stesso l’ha definita, di Bergoglio. Confesso che stavo seguendo un po’ distrattamente la cronaca in diretta TV, dell’esito della fumata bianca. Pur non disperando nella possibilità di un esito nel segno del cambiamento, la brevità del conclave e il fatto che tra i così detti “papabili”, i più gettonati indicassero un risultato diverso, non mi sollecitava grande curiosità, immaginando una conclusione scontata.
Si narra che un professore, al chierico giunto agli esami finali di teologia, abbia rivolto quest’ultima domanda: «Chi è il capo della Chiesa? Se rispondi correttamente ti promuovo, diversamente dovrai ripetere l’esame» Il chierico, tutto infervorato e certo di conoscere la risposta, rispose, senza esitazione: «Il Papa!». «Bocciato!» ribatté severo il professore. «Torna un’altra volta».
26 feb 2013

E ADESSO?

Difficile prevedere quali saranno gli sviluppi che seguiranno ai risultati elettorali in Italia. In queste ore si fa un gran dibattere e analizzare, come è giusto che sia, ma non si intravvedono ancora possibili soluzioni di governo. Sarebbe del tutto prematuro azzardare scenari a risultati ancora caldi. Quanto accaduto fotografa una situazione di disagio, di sofferenza e di domanda forte di cambiamento, ma cambiare cosa, come e per conseguire quali risultati, questo mi pare non proprio del tutto chiaro.
A partire da oggi, anche i barboni, gli emarginati, i senza casta, possono affermare di avere un loro santo in Paradiso. Don Dante, il prete dei barboni, ha fatto quel “tuffo nell’oceano della misericordia di Dio” come amava definire la sua morte. E da “peccatore perdonato”, altra sua definizione, ha potuto finalmente contemplare il volto di quel suo Signore, che è stato sempre suo riferimento di vita, ragione prima del suo operare e del suo essere; motivazione profonda delle sue scelte.
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