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VIVA LA REPUBBLICA?
Scritto da Piergiorgio |
Letto 2838 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Tutto sommato li porta bene i suoi anni questa vecchia (vecchia si fa per dire; ha solo cinque anni più di me) Signora che è la nostra Repubblica e io mi sento profondamente grato verso quanti ce l’hanno donata votando per essa e volendo,

in questo modo, assestare un bel calcio nel di dietro al passato regime e al correo sabaudo che avrebbe voluto ancora guidarci, dimentico delle responsabilità in solido maturate durante il ventennio in ciò che di peggio ha qualificato il nostro Paese. Quindi tanti auguri alla nostra Repubblica; ai sogni che hanno accompagnato la sua proclamazione, alle speranza coltivate con tenacia da parte dei molti che nel corso del tempo hanno profuso il loro impegno per far sì che quanto solennemente proclamato in Costituzione trovasse attuazione piena. Penso alle tante persone comuni, semplici, ai lavoratori di ogni settore e categoria che con il loro impegno hanno permesso sviluppo e ricchezza in ambito economico, culturale, sociale. Ai tanti servitori fedeli dello stato e a quanti per difendere la democrazia, la legalità il diritto, sono morti nell’adempimento del loro dovere. Nessuna lode, al contrario per chi ha fatto e fa di tutto per contrastare e svuotare di ogni significato ciò che la Costituzione richiede. Per chi ha continuato e ancora persevera nel tentativo di arricchire se stesso a scapito di tutti gli altri cittadini, per chi corrompe e delinque magari nascostamente all’ombra di interessi inconfessabili e però si erge ad esempio di onestà e irreprensibilità addossando la colpa di tutto ciò che non funziona a qualcun altro, al capro espiatorio di turno. Nessuna ammirazione, stima o considerazione per coloro che strumentalizzando le espressioni più popolari e spontanee, nei fatti ci impediscono perfino di poter esultare gridando “forza Italia” oppure di considerarci fratelli, pena essere annoverati d’ufficio tra i sostenitori di una determinata forza politica a prescindere dalla proprie convinzioni. E se la storia non la si può cancellare ed è dovere di ciascuno cercare di comprendere, contestualizzando pensieri, emozioni, sentimenti e aspirazioni di generazioni passate, personalmente non riesco ad emozionarmi sentendo cantare l’inno nazionale che parla di elmo di Scipio, di stringersi a coorte, di disponibilità a morire, di bimbi d’Italia che si chiaman Balilla. Così come non riesco a rassegnarmi che in nome di interessi geopolitici, strategici, economici e politici sia continuamente tradito quel principio che dovrebbe essere caro a ogni italiano di ripudio di ogni guerra, comunque la si intenda e la si definisca di volta in volta, sancito dall’articolo 11 della Costituzione. E non sono disponibile a considerare degni di appartenere a questa Repubblica nata dalla resistenza, quanti con le loro tesi, con il loro agire, con i propositi che coltivano minano alla base la pacifica convivenza tra diversi e vorrebbero, in nome di principi solo loro, imporre una visione del mondo in netto contrasto con lo spirito dei padri costituenti, con le leggi e i trattati internazionali ai quali l’Italia ha aderito. Questa nostra Repubblica sovente è stata ed è derisa, schiaffeggiata, bistrattata, resa irriconoscibile a causa di chi ne deturpa in modi diversi il viso. È compito di tutti e di ciascuno difenderla e renderla sempre più bella, democratica, giusta, inclusiva, e attraente, contrastando con determinazione fascismi vecchi e nuovi, sovranismi ed eversori di ogni risma. Un compito che deve essere di tutto, così che dire viva la repubblica possa essere non solo un saluto augurale, ma anche un complimentarsi per traguardi raggiunti e un impegno rinnovato a proseguire con responsabilità nella costruzione di un futuro di pace, di giustizia, di fraternità e di libertà per tutti.

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