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Ben vengano i distinguo del Presidente della Camera, onorevole Fini, sul tema immigrazione e l’invito al rispetto di tutti gli immigrati, compresi quelli che non hanno le papiers. Sono d’accordo anch’io che è «inammissibile considerare il lavoratore non un uomo o una donna ma un momentaneo supporto di cui ha bisogno una società».
E chissenefrega, dirà più di una persona, nel caso gli capitasse di ricordarsi di loro, in questa calda estate. Eppure esistono. Più come numeri che come persone. Appunto. Questo spiegherebbe il chissenefrega iniziale. Io, che pure mi considero soltanto una persona ordinaria, non riesco proprio a fare mio il disinteresse che è di tanti.
11 lug 2009

QUI COMANDO IO

L’ hanno fatta grossa! Se ne sono accorti anche loro e adesso corrono ai ripari. Statene certi, troveranno il modo di regolarizzare badanti e colf, per evitare di trovarsi di fronte ad una situazione ingestibile e di rivolta del loro stesso elettorato. Sempre meglio di niente, dirà qualcuno. È certamente vero. È altrettanto vero che in fin dei conti sarebbe soltanto un atto dovuto. Però, come non vedere che anche un intervento in tal senso, si iscrive nella stessa logica che ha mosso gli stessi parlamentari ad emanare le mai sufficientemente condannate norme del pacchetto sicurezza?
I signori (?) deputati che esultano all’approvazione del pacchetto sicurezza, chissà perché, mi ricordano il patetico George Busch che sulla nave inneggiava alla vittoria nella guerra contro l’Iraq. Sappiamo tutti come andata. È certamente una pagina amara quella che è stata scritta oggi, non tanto per gli effetti che produrrà la nuova legge. Lo sanno anche quelli che l’hanno approvata che sarà praticamente impossibile onorarla, quanto per gli effetti devastanti che culturalmente ha già prodotto e produrrà in futuro, questa caccia alle streghe che è stata avviata.
Ci vuole un genio per fare le vere domande- diceva Oscar Wilde- e non a torto, a quanto pare. A giudicare dalla banalità con cui vengono trattate tante questioni che hanno a che vedere con il senso più profondo della vita, con i valori più importanti, pare proprio che questo nostro tempo sia caratterizzato soprattutto per l’assenza di domande.  Domande serie di senso, del perché di certi fenomeni, domande sui valori che dovrebbero informare la nostra vita. Invece abbiamo tante, troppe persone, che hanno per ogni questione una risposta: semplice, sintetica, scontata. E che presume di essere l’unica vera. Lo sport preferito da molti connazionali, mi pare essere quello di non pensare e di affidarsi a mestieranti che pensino anche per loro. In questi non fa breccia alcun ragionamento, per quanto documentato e serio sia, inteso ad avvalorare anche soltanto delle ipotesi, che siano diverse da quelle sostenute dal coro che canta una canzone monocorde. E allora gli stranieri son tutti mascalzoni; i clandestini sono da buttare (a mare) i barboni da rinchiudere in qualche ospizio, le puttane… magari da ammazzare. E pazienza se non sempre si può invocare anche una benedizione.
Il barcone veleggiava, sì fa per dire, verso le coste africane approdo sperato dei viaggiatori stremati, arsi dalla sete, sull’orlo della disperazione. Quei passeggeri, finalmente si sentivano liberi perché avevano potuto, dopo varie e inenarrabili peripezie, salire a bordo di quello scafo che aveva un nome ben augurale: lega degli uomini liberi. Loro ce l’avevano fatta, o almeno così credevano, a lasciarsi alle spalle mesi di stenti, di prigionia, di fame, di persecuzione. E poi erano ferrati in fatto di diritto internazionale.
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