45Filippo trovò Natanaele e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret". 46Natanaele gli disse: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?".
Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". 48Natanaele gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi". 49Gli replicò Natanaele: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". 50Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!". 51Poi gli disse: "In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo".
Quanto somigliamo a Natanaele anche noi tante volte. Nel rapportaci con gli altri ci lasciamo guidare da precomprensioni, da pregiudizi, solo che a differenza di Natanaele di noi non si può dire sempre che siamo anche persone in cui non ci sono falsità. La relazione con l’altro è sempre una relazione che richiede di essere avviata con un anticipo di fiducia, se non vogliamo che si risolva fin dall’inizio nel contrario di quanto auspichiamo. Anticipare fiducia nei confronti dell’altro significa essenzialmente riconoscerlo fratello a prescindere dalla sua condizione sociale, economica, etnica, religiosa o di genere. Significa lasciarsi guidare dallo Spirito che fa nuove tutte le cose e operare perché in noi e negli altri possa sempre fiorire il bene. A somiglianza di Natanaele lasciamoci anche noi affascinare dal Cristo e dall’incontro con lui e allora saremo capaci di relazioni nuove e arricchenti anche con i fratelli