È diverso, quanto è diverso!
il paesaggio invernale
che spazia qui fuori,
che osservo ammirato
dentro il caldo di casa,
da quello che a voi
è imposto
dal nostro egotismo
straccione
che appalta, ai confinanti
governi,
l’ufficio pilatesco
di rigettarvi più oltre
per zittire le vostre invocazioni
di aiuto
così che non ci giungono
a guastarci ancor più
le nostre prigioniere
giornate.
Ma il gelo che vi incartoccia
schiantando le vostre speranze,
che soffia dall’Est,
quello ci arriva comunque
a turbare i nostri sonni
e lo sento dentro
le ossa.
Vi chiedo in ginocchio
Perdono.