Varcando quella soglia severa,
il PRIMO D’OTTOBRE,
perdevamo identità… per un istante:
Remigini, eravamo chiamati;
tutti quanti.
Sottobraccio la cartella,
non nuova per tutti.
Più d’una portava l’usura
del tempo;
i segni lasciati dai fratelli
più grandi:
gli strappi, i rattoppi, le magie perdute
sudando sui banchi.
Però era ricolma di sogni,
sospesi, ammalianti.
O nuova, ricolma di attese stregate.
Ricordo l’astuccio tutto nuovo;
regalo insperato di una zia che mi era
madre.
Uno scrigno affascinante
di matite colorate,
penna,
pennini di scorta,
gomma,
fapunte…
Tutto ben ordinato…
Come mucche chiuse in stalla,
ogni cosa aveva il suo posto…
… ed io ero il pastore!