³Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. ⁵Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. ⁶Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. ⁷Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. ⁸In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

È vitale per noi rimanere in Cristo Gesù, come lo è per il tralcio con la vite, questo non perché il Maestro ci voglia infantili e “gesùdipendenti”, mi si passi questo neologismo brutto, detto per capirci, ma perché se lui è la via, la verità e la vita, come ha assicurato, rimanere in lui significa assumere che lui è colui sul quale dobbiamo tenere fisso lo sguardo perché il nostro vivere sia conforme al vangelo. Tenere fisso lo sguardo su Gesù è rinunciare a farci di Dio una nostra idea e quindi anche una nostra idea di quale sia il modo migliore per corrispondere all’amore del Padre, alla sua offerta di vita. Serve invece che ci lasciamo penetrare dallo spirito di Gesù, così da saper e poter, certamente usando della nostra intelligenza e delle nostre capacità, dare risposte che siano nel segno di quelle date da Gesù stesso nella sua vita. Non si tratta quindi di “scimmiottare” l’agire o il dire di Gesù, ma saperlo fare nostro lasciandoci guidare dal suo stesso spirito.