Mt 9,1-89
91 Salito su una barca, passò all'altra riva e giunse nella sua città. 2 Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto.
Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati". 3 Allora alcuni scribi dissero fra sé: "Costui bestemmia". 4 Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? 5 Che cosa infatti è più facile: dire "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati e cammina"? 6 Ma, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati - disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va' a casa tua". 7 Ed egli si alzò e andò a casa sua. 8 Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Eccoli lì sempre pronti a giudicare e a pensare cose malvagie i benpensanti, le persone religiose, gli osservanti delle pure formalità. Ci vuole la semplicità di coloro che portano il paralitico a Gesù per accostarsi al Maestro. Lui già in quel loro portare sa scorgere la fede che li muove verso di lui. Il termine portare include sia il verbo sostenere che l’azione del muovere. Quante volte noi non siamo capaci di fare né l’una né l’altra cosa trovandoci al cospetto di chi ne ha bisogno. Eppure è tanto fondamentale perché il nostro agire sia, a somiglianza dell’agire di Gesù, un agire terapeutico. La guarigione da uno stato di prostrazione, di senso di fallimento, di fatica, che può assumere anche aspetti fisici e paralizzare chi ne è colpito, inizia dalla guarigione interiore; dal sentirsi accolti, amati e perdonati, ma allo stesso tempo richiede una attiva partecipazione da parte della persona che giace inferma. Non è secondario l’invito di Gesù al paralitico di prendere il suo letto e tornarsene a casa. Questo può significare, concretamente, accettare il cambiamento richiesto dalla vita dopo essere, ad esempio, stati colpiti e segnati profondamente da una esperienza negativa. Quel coraggio figlio, ti sono perdonati i peccati, è rivolto anche a ciascuno di noi. È un dirci da parte del Signore: per quanto tu ti senta fragile, peccatore, bisognoso, disprezzato, scoraggiato, sappi che io ti amo. Ti chiedo solo di fidarti di me. Ma tutto questo ha anche bisogno che sia detto ad ogni persona da parte nostra, perché ordinariamente il Signore non ha altro modo per far giungere la sua voce, la sua carezza a chi giace infermo, qualunque sia il genere di infermità che lo contraddistingue.