19 giu 2020
PRENDETE IL MIO GIOGO SOPRA DI VOI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1739 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
Dimensione carattere Riduci grandezza carattere incrementa grandezza carattere
Valuta questo articolo
(0 voti)

Mt 11,25-30

25 In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

26 Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".

Ricordo che da bambini, quando stavamo per iniziare la prima elementare, c’erano adulti che si divertivano a intimorirci dicendoci che come prima cosa a scuola ci avrebbero messo “el comacio” (il giogo). Era un modo piuttosto discutibile per significare che ci avrebbero imposto una certa disciplina. Esistono ancora tante persone nel mondo che sarebbero ben felici – e altre lo fanno senza remora alcuna – di mettere il gioco, un giogo pesante sulle spalle di altre persone, schiavizzandole, sfruttandole, trattandole peggio delle bestie da soma. Anche ai tempi di Gesù molte persone sapevano o per esperienza diretta o perché testimoni di situazioni intollerabili, cosa fosse il giogo imposto a tante persone. Gesù che si presenta come liberatore da ogni tipo di male, fisico, morale, spirituale, può a ben diritto proporre la metafora del suo giogo da prendere su se stessi perché è chiaro agli ascoltatori che è un peso leggero. Lui si è fatto accogliente verso tutti coloro che avevano bisogno di conforto, di riconoscimento, di emancipazione, di libertà, indicando la strada per conseguire tutto ciò. Imparare da lui e seguire le sue orme è rispondere ai moti più profondi dell’animo umano e in questo noi possiamo realmente trovare ristoro per la nostra vita. A condizione che abbiamo ben chiaro, io penso, che per conoscere davvero il Padre di infinita bontà e misericordia impariamo a guardare al figlio, Gesù, e non più volerci intestare una conoscenza di lui, impossibile da conseguire, seguendo i nostri poveri schemi mentali. Quanto più impareremo a fidarci e affidarci all’Amore che è Dio e lasciarci trasformare da questo Amore e tanto più la nostra vita somiglierà a quei piccoli, oggetto della lode al Padre da parte di Gesù

1 iscritti

Iscrizione ai commenti

Ricevi le notifiche via email quando un nuovo commento viene aggiunto in questo intervento.
Vai Su