Gv 16,29-33
29 Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. 30 Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio".
31 Rispose loro Gesù: "Adesso credete? 32 Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
33 Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!".
Riflettendo su questo brano del Vangelo mi torna alla mente il titolo del libro di un mio caro amico, Antonio Thellung, che recita: Una saldissima fede incerta. È chiaramente un ossimoro che tenta a suo modo di affrontare il tema sempre attuale di una fede che deve necessariamente fare i conti con il dubbio e con gli innumerevoli interrogativi che il credere sempre comporta. Se non ricordo male in una sua lettera san Paolo scrive che la fede è la certezza delle cose sperate; non quindi una evidenza, se così fosse non si parlerebbe di fede/fiducia, ma di qualche cosa di diverso. Anche noi, come i discepoli passiamo facilmente dal pensare, dal credere che davvero Gesù è uscito da Dio, ma quando ci accade di affermarlo, ecco che già il dubbio fa capolino alla nostra mente e rischia di metterci nella condizione, come accaduto ai discepoli, di disperderci ciascuno per proprio conto lasciando solo il Signore. Anche in quei momenti però il Signore mai si allontana da noi; anzi, viene a cercarci di nuovo e ridirci, magari con parole nuove che ci ama e cammina assieme a noi. La cosa bella della fede è sapere di poter contare su un Dio che mai si stanca di venirci incontro e raggiungerci là dove il nostro passo è più lento, incede con fatica e il fiato si fa grosso. Nel mondo avete tribolazioni, ci dice Gesù, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo! La certezza che Lui ha vinto il mondo è la fonte della nostra pace, ciò che ci dà il coraggio di procedere nel nostro cammino