15 nov 2022
8MILIARDI
Scritto da Piergiorgio |
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È notizia di questi giorni che la popolazione mondiale ha raggiunto la cifra di 8 miliardi di persone e allo stesso tempo è passata in sordina l’altra ben più significativa, che cioè, a fronte dell’aumento della popolazione mondiale, ci siamo pappati l’equivalente di ben due pianeti terra di risorse a nostra disposizione.

Questo dovrebbe spingere tutti noi, in primis i decisori mondiali a serie politiche e interventi drastici di perequazione sociale, di sobrietà e minor consumo pena non più il rischio ma la certezza di eventi catastrofici per l’avvenire. È chiaramente insostenibile, non c’è chi non lo possa avvertire, quanto sia illusorio immaginare che la vita per milioni di persone possa svolgersi secondo parametri di normalità a fronte di un consumo di risorse pari al doppio di quelli disponibili. Continuare in questo modo dissennato non può che produrre fame, malattie, e innescare conflitti, sommosse e rivoluzioni. Già ora il nostro pianeta ribolle per le tante situazioni di ingiustizia presenti ovunque nel mondo. Ciò che a noi è dato vedere attraverso le migrazioni di migliaia di persone in fuga da fame povertà e guerre non sono che minoranze sparute di movimenti di centinaia di milioni di persone costrette a migrare in cerca di opportunità di vita per non soccombere. La maggior parte di quanti sono costretti a lasciare il proprio ambiente naturale lo fa all’interno degli stati di appartenenza oppure in quelli più prossimi, ma è del tutto evidente che si tratta di un fenomeno, se non si pone rimedio, destinato ad ampliarsi e sconfinare sempre più lontano da dove origina. I rimedi che di questi tempi, e che ricalcano in buona parte misure stupide già promosse in passato, si intendono mettere in atto, sono utili soltanto alla propaganda di quelle forze politiche che immaginano un mondo ancora solcato da confini inaccessibili e insuperabili. L’unico risultato possibile è quello di costituirsi in fortezze all’apparenza inespugnabili e gettare nella disperazione quanti tentano di superare muri e recinzioni, costringendoli a una vita grama, da sfruttati, senza diritti e preda di chi ne usa come manovalanza criminale. Da che esiste il mondo i popoli, le persone si sono sempre spostate verso i luoghi che offrivano o sembravano offrire maggiori occasioni di sopravvivenza. In altre parole se ai poveri non si porta il pane, sono questi che vanno verso il pane. C’è una legge, un principio fisico che abbiamo imparato alle elementari, quello dei vasi comunicanti, che afferma che un liquido contenuto in due o più contenitori collegati tra loro in presenza di forza di gravità, raggiunge lo stesso livello in ciascuno di essi. In un mondo globalizzato e interdipendente ci sono solo due possibilità a fronte di così pressanti disparità di vita e di futuro che esistono tra chi vive nei così detti paesi del benessere e quelli nei quali manca perfino il necessario a una vita degna di questo nome. O si risanno le ingiustizie strutturali, il che significa abbassare il livello di benessere medio raggiunto da chi sta meglio perché gli altri stiano meno peggio, oppure ci si arma e ci si scanna tra gli uni e gli altri. Tertium non datur.

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