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24 nov 2018
DAI GAZEBO AI BODYGUARD
Scritto da Piergiorgio |
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Piovono rane sul nostro Trentino. C’era da aspettarselo, dopo le ultime elezioni, che un partito, la Lega, noto soprattutto per i gazebo prontamente allestiti in ogni angolo del nostro territorio ogniqualvolta annusava la possibilità di suonare la grancassa per avere uno spazio sui giornali o in TV, giunto al potere la risuonasse in maniera ancora più rumorosa.

E troverà anche in questa occasione spettatori plaudenti. Un precedente articolo, successivo alla vittoria elettorale del centrodestra nostrano, lo avevo intitolato “Si scrive Fugatti, si legge Salvini”. E non poteva essere diversamente, dal momento che, come ritengo tutt’ora, sia stato più il vento salviniano a soffiare che non un vento nostrano a mio parere poco, pochissimo locale. Infatti sono dell’avviso che nonostante tutto qui da noi gli anticorpi sociali siano ancora abbastanza robusti. Ma non facciamoci troppe illusioni: la gente si abitua facilmente ad un agire e a una narrazione diversa se non trova chi la contrasti con determinazione e argomenti autorevoli. Ecco che allora il “Salvini locale” per non mostrarsi da meno del suo mentore nazionale, tra le prime decisioni prese non trova di meglio che suonare la medesima musica, rincorrendo allo stesso spartito: migranti e ordine pubblico “infranto”. Dei richiedenti asilo pakistani sfrattati dalla residenza Fersina, “per dare un segnale”, come ha detto lo stesso Fugatti, la stampa locale in parte se ne è già occupata. Ora lo stesso ne ha pensata un’altra: mettere delle guardie giurate a “tutela” dei fedeli che si recano per le funzioni nella chiesa di santa Maria, investendo allo scopo 50mila euro. Allora se può essere vero che quella zona qualche problema di illegalità lo presenta, trovo che la decisione assunta sia una bestemmia. Fugatti afferma di averne parlato anche con il vescovo Tisi che si sarebbe detto d’accordo. (notizie di stampa) Non so se la cosa abbia un qualche fondamento. Al vescovo Lauro voglio bene, ma se così fosse, sarei ugualmente in totale disaccordo. La Chiesa di Trento attraverso i suoi vari organismi sta facendo molto in tema di accoglienza, tuttavia questo non la esonera, a mio parere, dal prendere su questa infausta iniziativa una presa di posizione di distanza chiara, senza ambiguità. A meno che non voglia che dilaghi ancor più un sentimento rancoroso verso il diverso, il povero, l’emarginato, lo straniero. Perché dobbiamo sapere che, come affermava Aristotele, in Etica Nicomachea, “I rancorosi sono difficili da riconciliare e restano adirati per molto tempo…” È solo la vicinanza amorevole di altre persone, anche nei confronti di quanti hanno comportamenti devianti (e Dio sa se non sia difficile talvolta) che guarisce dalle ferite e dal dolore, agendo come un analgesico, facendoli sentire accuditi e amati. (cfr. La vita segreta dell’anima di Sabine Wery von Limont), non certo l’esibizione muscolosa della forza. Mi auguro che il Trentino solidale e generoso si faccia sentire rimandando al mittente la pretesa di militarizzare la vita delle persone, smantellando un po’ alla volta ciò che fin qui era stato costruito con il consenso e il contributo di molti.

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