Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:12
28 gen 2010
INDIGNARSI E' UN DOVERE
Scritto da Piergiorgio |
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C’è un detto che afferma che abbiamo due orecchie e una sola bocca perché dovremmo ascoltare più di quanto parliamo. In realtà succede piuttosto il contrario. Molti poi, paiono avere più bocche che orecchie, e definirle bocche, in questo caso, è piuttosto un eufemismo. Diciamo meglio che ci sono persone che sono piuttosto incontinenti, ché chiamarle logorroiche sarebbe fare loro un complimento. Quando poi, a comportarsi in tal modo, sono rappresentanti delle istituzioni, politici, ai quali si adirebbe piuttosto senso della misura ed elevate virtù morali, non si può che indignarsi. Di questi tempi, l’indignazione, dovrebbe essere una virtù da coltivare in tanti. Indignazione nel significato che al termine assegna il vocabolario: risoluta ribellione a quanto offende la dignità propria o degli altri.

 Ieri, giornata della memoria, istituita dieci anni fa per offrire a tutti noi l’opportunità di riflettere sul nostro tragico passato, e sulle ragioni che portarono agli orrori perpetrati dal nazi-fascismo, abbiamo assistito alla solita passerella di politici intenti a declamare i sani e saldi principi ai quali dobbiamo attenerci per non rinnovare le barbarie accadute, e a deplorare il silenzio, l’ignavia di quanti avrebbero potuto agire diversamente. Oggi, il capo del Governo, ci ha donato, non richiesto, una perla preziosa di coerenza in tal senso. Ha affermato, infatti, che "riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali" Con questo ha dato una dimostrazione evidente di quanto l’ipocrisia di chi detiene il potere sia grande e quanto sia sempre valido l’ammonimento evangelico: «Guai a voi, ipocriti…! Voi costruite monumenti per i profeti, decorate le tombe degli uomini giusti. Voi dite: “Se noi fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non avremmo fatto come loro, che hanno ucciso i profeti” Intanto voi dichiarate, contro voi stessi, di essere discendenti di quelli che uccisero i profeti. Continuate! State portando a termine quel che i vostri padri hanno cominciato!» Nello stesso tempo, a conferma della doppiezza e della irresponsabilità di questa destra arrogante e stracciona, in Senato si decide lo stralcio dell’articolo 48 del disegno di legge comunitaria. Fra le altre cose la delega al governo contemplata dalla norma in questione, prevedeva la possibilità di intervenire per assegnare un permesso di soggiorno al lavoratore extracomunitario che avesse denunciato alle autorità competenti la sua situazione di irregolare che lavora in nero. La situazione di irregolarità di molti immigrati fa comodo a quelle forze politiche che lucrano sulla loro esistenza, usando l’argomento della loro presenza a sostegno delle loro tesi xenofobe e razziste. Diversamente non si capisce per quale ragione non si operi per sanare così tante situazioni, potendolo fare, operando, contemporaneamente, per una reale integrazione nel tessuto sociale di migliaia di persone. Alla retorica menzognera e propagandistica di quanti hanno bisogno di un nemico ben definito sul quale far ricadere gli effetti perversi di una incapacità politica di gestione della società complessa di oggi, serve il capro espiatorio da additare al pubblico disprezzo. In questo modo si alimenta un clima di avversione e intolleranza verso il diverso, lo straniero, che potrebbe avere esiti infausti. Il passato pare non ci abbia insegnato proprio niente. È del tutto inutile e diabolico, piangere sulle vittime di ieri, operando per crearne di nove oggi. Le parole sono come pietre: prima ancora che colpiscano il bersaglio, hanno il potere di scardinare i presupposti elementari, indispensabili della convivenza fra le persone. Non possiamo rassegnarci a vedere precipitare il nostro paese nel baratro. Dobbiamo reagire, indignarci e lottare con determinazione contro tutto questo. Nessuno può chiamarsi fuori, accettando di vivere nella zona grigia dell’indifferenza.

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