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08 ott 2009
UNA DECISIONE CHE RIDA' SPERANZA
Scritto da Piergiorgio |
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Non c’è dubbio alcuno; la decisione della Corte Costituzionale che boccia senza appello il Lodo Alfano è una buona notizia, di quelle di cui rallegrarsi. È come il farmaco atteso ed invocato nel bel mezzo di una pestilenza. Sappiamo però che non basterà perché la malattia è profonda ed ha intaccato a fondo l’organismo del nostro Paese. Che però il massimo organo costituzionale abbia ribadito un principio di fondo, ossia l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, è una cosa che ridà speranza e che contribuisce a confutare l’arroganza di chi, immaginandosi un nuovo re Sole, soltanto perché ricco e potente, vorrebbe stravolgere a colpi di maggioranza l’assetto istituzionale italiano.

 La reazione scomposta, a dir poco, del presidente Berlusconi, davanti alla decisione della Corte, rivela di che pasta è fatto l’uomo. D’altra parte non lo nasconde. Ha scambiato il consenso degli elettori per una investitura regale, dimenticando che il potere che viene affidato a chi è chiamato legittimamente a governare, è un potere che appartiene al popolo, e il popolo è fatto anche da coloro che non si riconoscono in questa maggioranza. È un potere delegato, limitato ed a scadenza. Non è una delega in bianco, anche se forse, fra gli elettori del centro destra, ci sono coloro che lo intendono proprio in tal senso, il consenso dato con il voto. Signor presidente del Consiglio, qualcuno fra i suoi consiglieri farebbe bene, a ricordarle queste semplici verità, magari scomode per lei, ma pur sempre vere. Ne guadagnerebbe lei in salute e tornerebbe a vantaggio di tutto il nostro Paese. Se vorrà, al contrario, continuare a ritenere di essere l’eletto perseguitato ingiustamente e incompreso da parte di tutti e se i suoi consiglieri vorranno continuare a sostenerla in questa idea eversiva, mi auguro davvero che quanto prima resti da solo a cantare: meno male che Silvio c’è. Cosa vuole, non sempre è possibile liberare le persone dalle idee ossessive che le posseggono. Se poi tutto dipende dal fatto che ha timore ad affrontare i processi che la vedono imputato, si chieda se questo deriva da un fatto irrazionale (chissà magari da bambino per farle il bau bau, le dicevano: attento che arriva il giudice comunista) o se piuttosto non dipenda dal fatto che le rimorde la coscienza. In questo caso, mi creda, non serve a niente tentare di esorcizzarne la voce. Quel tarlo continuerà a tormentarla

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