Ultima modifica Martedì 31 Marzo 2020 05:29
31 mar 2020
QUANDO AVRETE INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO
Scritto da Piergiorgio |
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Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo (Gv 8,21-30)

21 Di nuovo disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".

22 Dicevano allora i Giudei: "Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?". 23 E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati". 25 Gli dissero allora: "Tu, chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che io vi dico. 26 Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo". 27 Non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. 29 Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite".

30 A queste sue parole, molti credettero in lui.

 

Quello tra Gesù e gli ascoltatori nel tempio, il luogo sacro per eccellenza degli ebrei, pare un dialogo tra sordi, e non certo perché il parlare di Gesù, seppur di non facile e immediata comprensione, sia così oscuro da risultare incomprensibile. Ciò che impedisce a quei pii, a quelle persone religiose, a quei dirigenti, di comprendere ciò che Gesù sta cercando di dire loro, è la chiusura tipica delle persone religiose che pensano di sapere già tutto e di non avere necessità di apprendere. Hanno le loro certezze inscalfibili: sanno chi è Dio, come agisce, cosa comanda, quali sono le cose giuste da fare e quali quelle da evitare. Vivono in un mondo chiuso e refrattario allo Spirito, così che la novità portata da Gesù per loro è scandalo e provocazione. Come potrebbero comprendere, a partire da tali premesse, uno che poco prima si era definito luce del mondo, mandato dal Padre, e che lo dice nel luogo del tesoro del tempio il loro vero dio? Ecco allora Gesù affermare che solo quando sarà innalzato, cioè crocifisso e risorto, potranno conoscere la sua vera identità di Figlio di Dio che opera in stretta unione con il Padre che lo ha inviato. Sì, solo un Dio crocifisso può frantumare, sovvertire ogni altra immagine di dio fattasi dall’uomo, da ciascuno di noi, immagine che impedisce di vederlo all’opera attraverso la sua umanità, che è icona di un amore senza misura, che non chiede di essere servito ma di poterci servire. Discorso troppo duro da accogliere e accettare anche oggigiorno per chi pone la propria sicurezza nei soldi, nel potere, nel privilegio, nel farsi gli affari propri, magari condendo il tutto con una religiosità di facciata, tanto da potersi dire, se serve e conviene, pure cristiano.

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