31 ott 2012
BENEDIZIONI
Scritto da Piergiorgio |
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Succede in quel di Levico, in provincia di Trento. Una scolaresca in visita a un cimitero militare riflette sulla pace e la fratellanza in un modo inedito, in altre parole non secondo gli standard abituali che prevedevano una preghiera e anche la benedizione delle tombe; questo su richiesta degli insegnanti per coinvolgere il maggior numero di studenti. Infatti, ci sono andati tutti, stando a quanto ha affermato la dirigente scolastica. Ed è subito polemica.

I “nostri sacri valori messi in discussione”; addirittura si sarebbe usato anche qualche brano del corano per riflettere. Vuoi che su una notizia di questo genere non ci si butti subito anche la Lega? È quanto avviene, infatti. E i malumori non potevano mancare neppure tra gli alpini e perfino, a quanto pare, pure tra l’Amministrazione comunale. Evidentemente per talune persone neppure la morte, oltre che la vita, può essere oggetto di riflessione comune a partire da valori condivisi. Pare che per qualcuno senza il marchio che ne certifichi l’appartenenza, niente abbia significato. Ma è stato proprio, spiace dirlo, ma la storia non si può cancellare, a partire anche da un malinteso senso di appartenenza gruppale e settario che in passato ci si è scannati, nonostante le tante benedizioni impartite e impetrate. Ora benedire deriva, tutti lo sanno o dovrebbero sapere, dal latino benedicere che significa dir bene; invocare da Dio in favore di cosa o persona (dizionario etimologico Ottorino Pianigiani). In quel cimitero riposano morti che sono stati ammazzati, dopo essere stati benedetti, da parte di altri uomini a loro volta benedetti da qualcuno. Dov’era Dio mentre qualcuno li benediceva? Con gli uni o con gli altri? Oppure, come amo pensare, né con gli uni, né con gli altri, o per meglio dire, con gli uni e con gli altri perché capissero che stavano sbagliando ad ammazzarsi anche se spronati da benedizioni date in suo nome? La medesima Lega, tramite suoi esponenti, oggi è sulle pagine dei quotidiani locali, si è fatta carico di pagare un mese di pigione all’ostello a un senza dimora scoperto giorni fa a dormire sotto un ponte. Si tratta di un uomo che ha passato i settant’anni. E buon per lui, mi viene da dire, e plaudo all’iniziativa, anche se è risaputo che lo stesso, che è di fuori provincia, ha casa e pensione. Questo non toglie che sia una persona in difficoltà e ben venga se qualcuno se ne occupa. Mi sa tanto però che l’iniziativa puzzi come la presa di posizione contro l’iniziativa della scuola. A Trento, secondo le statistiche, le persone senza dimora, quindi prive di una casa, sono due trecento. Non mi risulta che fino ad oggi la Lega abbia brillato per l’interessamento verso questa categoria di persone, né come singole, né tanto meno come appunto categoria. Evidentemente tutti gli altri, per come sono, per la nazionalità, magari, o perché non sono vecchietti simatici, si presterebbero ben poco per un’azione immagine. Proprio come le benedizioni che finiscono con non disturbare nessuno… quando s’impartiscono. Probabilmente anche l’Ad della Fiat, Marchionne, non la rifiuterebbe una benedizione; per quel che costa… Rifiuta invece, a quanto pare, una decisione del tribunale che impone la riassunzione di 19 operai iscritti alla CGIL che aveva mandato a casa, minacciando di licenziarne altri 19 nel caso dovesse riassumerli come impone la sentenza, con la motivazione che sarebbero di troppo. Ecco io credo che quella del tribunale sia un’autentica benedizione, nel senso etimologico richiamato sopra, perché volta a ribadire che in questo Paese esistono anche i diritti e non solo i doveri come in troppi da troppo tempo amano far pensare e vorrebbero che fosse.

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