06 mar 2012
AD AMARE S’IMPARA
Scritto da Piergiorgio |
Letto 12054 volte | Pubblicato in Il mio blog
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La violenza, qualunque tipo di violenza mi fa orrore; tanto più quando si esprime scaricandosi su persone inermi. Tra le violenze di cui è imbastita la trama dei giorni, una delle peggiori, annovera quella verso bambini e donne, per opera di congiunti, compagni, mariti, famigliari. È tanto più riprovevole, perché nasce all’interno di relazioni che si sono dette o si dicono d’amore. Può un sentimento d’amore trasformarsi nel suo contrario, diventando perfino odio omicida?
La cronaca, anche quella di questi giorni, parrebbe affermarlo. Ma come è possibile? Gli esperti nei vari ambiti dello scibile umano potranno fornirci molteplici spiegazioni; ciascuna con un suo peso specifico, una sua legittimità. Da non esperto in niente, da persona semplicemente abituata a interrogarsi, a riflettere su quanto accade, vorrei svolgere qui qualche considerazione. Mi pare che uno degli errori nei quali tutti quanti incappiamo, sia quello di crederci nati “imparati” in amore. Questo perché scambiamo per amore ogni emozione, ogni sentimento. E certamente l’amore presuppone il sentimento e anche l’emozione; pure la passione. Quando però ci limitiamo a definire amore soltanto questi ingredienti importanti, abbiamo già soffocato e reso piccina la nostra idea di amore. Spesso aggiungiamo alla precomprensione del termine amore anche il sentimento di possesso che s’impadronisce di noi per cose che affermiamo di amare e pure per le persone, operando in noi, magari inconsciamente, un vero e proprio stravolgimento. Invece ad amare, come per ogni altra cosa, possiamo soltanto imparare, ed è esercizio, non di un solo istante, ma di un’intera vita. Nessuno può dirsi esperto, in questo campo. L’imparare implica necessariamente esercizio, fatica, ed anche errori dai quali trarre insegnamento. Erich Fromm ci ha spiegato che l'amore è una vera e propria arte che richiede, disciplina, concentrazione, pazienza, umiltà. È un esercizio di libertà, l’amare, che comporta uno sviluppo attivo della propria personalità. La vita riserva a tutti momenti di svolta e fissa a ciascuno di noi incroci e bivi non sempre agevoli da affrontare. Immaginare di misurarsi con sfide che possono essere grandi, senza la dovuta preparazione è da sconsiderati. Pertanto serve allenarsi, e ogni giorno ne abbiamo l’opportunità, giacché la vita non è, al contrario di quanto si tende a pensare o si è indotti a ritenere, qualcosa che somigli a uno spot pubblicitario. Qualcosa che si svolga su un palcoscenico tra luci, musica, sorrisi stereotipati. Anche il rapporto tra le persone, a ogni livello e in ogni ambito, non è mai privo di attriti e frizioni che possono anche far male. E quanto più son stretti i rapporti - come le scarpe, recita un adagio popolare - tanto più possono far male, in talune circostanze. Allora è soltanto dall’esercizio costante, paziente e umile, volto a cambiare in meglio noi stessi, addestrandoci alla palestra del vivere quotidiano, che possiamo ragionevolmente riscuotere il capitale che può tornare utile, indispensabile, necessario, ad affrontare anche momenti imprevedibili e traumatici che possono abbattersi sul nostro cammino. Diversamente sarà l’istino più primitivo, magari brutale, a prevalere in noi in quel momento. Personalmente non trovo niente che illustri meglio le caratteristiche del vero amore, quanto l’inno all’amore di San Paolo nella lettera ai Corinti, quando scrive: Chi ama è paziente e premuroso./ Chi ama non è geloso/ non si vanta/ non si gonfia di orgoglio./ Chi ama è rispettoso/ non va in cerca del proprio interesse/ non conosce la collera/ dimentica i torti./ Chi ama rifiuta l’ingiustizia/ la verità è la sua gioia./ Chi ama, tutto scusa/ di tutti ha fiducia/ tutto sopporta/ non perde mai la speranza./ Ai miei lettori un solo e sincero augurio, con il detto di Sant’Agostino: Che tu abbia il vero amore e poi fa’ ciò che vuole l’amore.
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