09 lug 2011
DEBITI E PADRONI
Scritto da Piergiorgio |
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Era una famiglia numerosa, ed a sua modo felice. Non vivevano nel lusso, proprio, no. E neanche nell’abbondanza, ad essere sinceri. Tutti vestivano come potevano. I più piccoli indossando i vestiti, tante volte consunti, dei fratelli più grandi, quando questi li smettevano perché erano troppo cresciuti. Tutti collaboravano dando una mano in casa oppure nei campi, quando era il momento. In quella famiglia non si conosceva la fame, ché anzi mangiavano anche più del dovuto e non poche volte si festeggiava, pur non avendone sempre motivo.
Avrebbero potuto stare discretamente bene, perché, a differenze i altre famiglie del vicinato, avevano maggiori sostanze su cui contare. Invece non era così. I debiti li divoravano e i creditori bussavano sovente in quella casa. Ma loro non se ne davano pensiero. Non i figlioli, che di colpe non ne potevano ancora avere, ma i genitori e i nonni, che la facevano da lunga data da padroni. E quando s’arrabbiavano, e s’arrabbiavano sovente quegli adulti fra di loro, volavano parole grosse; insulti e anche qualche sedia, a volte. Poi tornavano a far pace a modo loro; bevendo in compagnia, fino a ubriacarsi. Allora ricominciavano a insultarsi senza pudore. «È tutta colpa tua!» diceva il nonno. «No, hai iniziato tu» faceva eco la nonna. «Se tuo figlio, anziché portarsi in casa quella sgualdrina, avesse fatto come dicevo io» la rimbeccava il vecchio, «adesso non saremmo così a mal partito». «Che hai detto, vecchio?» lo riprendeva il figlio, alzando in aria, minaccioso, un pugno. «Solo perché sei tu, altrimenti, giuro, che un cazzottone non te lo risparmierei davvero». La nuora stava in disparte, accontentandosi che a fare da parafulmini, per lei, fosse il marito. I figli mica capivano il perché di quelle liti così frequenti; talvolta insulse, comunque sempre inerenti i soldi mai sufficienti, a sentir loro. Eppure, osservando i loro compagni, i coetanei, vedevano che tutto sommato facevano le stesse cose che facevano anche loro, ma i risultati erano diversi. Le altre famiglie, avevano anche quelle, i loro bei problemi, ma litigavano un po’ meno e soprattutto, mica venivano a cercarle rimproverandole di essere insolventi. A differenza di quanto capitava in casa loro, in altre case non zi azzuffavano tra adulti; e neanche facevano la sbornia. Soprattutto, genitori e nonni, erano un po’ meno arroganti; meno arruffapopolo. Persino quasi onesti; di certo meno imbroglioni. Comunque si attenevano a un minimo di decenza e di decoro. Passarono gli anni senza grandi cambiamenti, ma quando quei figlioli divennero più grandi, si ribellarono alla loro condizione e misero a riposo genitori e nonni, prendendo in mano loro, in casa, il comando. Fecero una bella pulizia di tutto quello che non funzionava, e raddrizzarono le sorti della casa.
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