18 giu 2011
ATTESE MIRACOLISTICHE
Scritto da Piergiorgio |
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Stando alle notizie di stampa, dovremmo aspettarci chissà quali novità a partire da domani, giornata di raduno a Pontida dei militanti della Lega, in attesa del verbo del loro leader, Bossi. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, cosa potrebbe dire il leader Massimo, di straordinario, che non abbia già detto in tutti questi anni? Nella migliore, si fa per dire, delle ipotesi, potrebbe venire l’annuncio di un disimpegno dal governo, con conseguente crisi e fine della legislatura.
È più un’ipotesi di scuola che uno scenario verosimile. Oppure potrebbe sentirsi qualche roboante richiesta (a chi?) di cambiare passo rispetto a quanto fatto e non fatto da parte sempre del governo, di cui la Lega fa parte e del quale condivide ogni responsabilità. In politica, quando le cose cominciano a non funzionare e avviene un distacco fra eletti ed elettori, quasi mai, i primi sono indotti a riflettere sul perché. Preferiscono, tutti quanti, più o meno, cercare colpe e responsabilità non già in se stessi, ma nei compagni di strada, nei sodali o in qualche altro soggetto. È questa la miopia che contrassegna tanta parte del ceto dirigente. Immaginare che lo stesso sia capace di autoriformarsi, mi pare considerazione abbastanza ingenua. Così come trovo piuttosto difficile che quanti hanno fino ad ora governato all’insegna della negazione, sottovalutazione, semplificazione dei problemi, inizino a riconoscere che c’è una gran bella differenza fra il governare e il fare campagna elettorale. Se poi il consenso lo si persegue attraverso la manipolazione delle coscienze, il capovolgimento dei problemi, dando ad intendere che la soluzione degli stessi consiste nell’esatto contrario, è pressoché impossibile raddrizzare i termini delle questioni, imboccando una strada nuova e diversa. “L'acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare”, ci ricorda, Paulo Coelho. Ma quando avviene il contrario, o si vuole far credere il contrario, e su queste basi si crea e si costruisce un progetto politico, prima o poi (purtroppo con costi che pagano tutti!), si è costretti a ricredersi. La società che ci è stata prospettata in questi anni, è una società dell’apparenza, del fai da te, della chiusura egoistica in se stessi, del noi siamo diversi e migliori degli altri, dell’autosufficienza. Sono tutti aspetti che coloro che li hanno fino a qui sostenuti e difesi, ben difficilmente saranno disposti a rivedere; piuttosto sosteranno che è proprio perché non li si è sufficientemente perseguiti che non si sono raggiunti risultati apprezzabili. Pertanto è più probabile che ci si ostini sulla stessa strada; fino a toccare il fondo. O forse, chissà (è questa la mia speranza), giacché, come sostiene ancora Paulo Coelho, “lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni”, sarà proprio da queste, come sta già avvenendo, che il nostro Paese, ritroverà ragioni, forza e coraggio per rinascere e imboccare strade nuove, aperte ad un futuro nel quale finalmente i diritti rialzano la voce e saranno messi da parte faccendieri, intriganti, politici da salotto, speculatori, finanzieri avidi e ogni risma di persone che a tutto pensano, tranne al bene comune. Il rinnovo della politica non passa attraverso i giochi e gli alambicchi delle segreterie dei partiti, né attraverso leader più o meno carismatici, ma attraverso il riappropriarsi, da parte della gente, di tutti noi, di un vero protagonismo, senza deleghe in bianco a nessuno.
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