Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:15
28 lug 2010
PICCIONI IN PARADISO
Scritto da Piergiorgio |
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La morte di una persona, in sé, non è una notizia, a meno che non sia frutto di un dramma. Comunque riguarda la stretta cerchia dei parenti e degli amici. Ma quella di Constantin, è ancora meno una notizia, perché riguarda una di quelle persone che vivono ai margini e di cui non si percepisce nemmeno l’assenza quando viene a mancare. Almeno per la gran parte delle persone, che magari hanno pure avuto l’occasione di incrociarla lungo la via, intenta a chiedere qualche spicciolo o una sigaretta. Invisibile ai nostri occhi già quando era in vita e ancor più da morto.

 Succede, purtroppo, con tante persone, che sono, quando va bene, dei numeri soltanto. Quando va male – e non è infrequente – sono un fastidio quotidiano, un disturbo di cui si vorrebbe poter fare a meno. Eppure amo pensare che Costantin, così come tanti altri fratelli e sorelle- angeli smarriti- per usare una definizione che è anche, al singolare, il titolo del libro che racconta la vicenda di uno di loro, non siano affatto identità vuote; pezzi di scarto. Magari lo sono per qualcuno di noi, ma non per Dio. Immagino, pensando a quando Costantin, stanotte, si è addormentato definitivamente dentro un letto d’ospedale, che abbia incontrato anche lui, un abbraccio di tenerezza immensa, capace, molto più di quanto abbiamo potuto fare noi, di risvegliarlo a vita nuova; vita in pienezza. E mi piace immaginare che si sia sentito chiamare per nome come una volta, come quando era bambino, e che quel sentirsi chiamare per nome lo abbia fatto sentire nuovamente importante, e abbia sorriso ringraziando, come faceva quando, dopo aver terminato di mangiare da noi, lasciava la sala mensa. Chissà se in Paradiso gli è dato d’incontrare ancora qualche piccione, col quale condividere parte del pane che si intascava, come era sua abitudine da tempo. Di certo avrà bevuto del vino nuovo, di quello che ormai non gli potrà più far del male.

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