9Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì.
10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". 12Udito questo, disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici . Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori".
È un Dio scandaloso, il Dio di Gesù! Quando il Signore incontra persone che le convenzioni sociali, religiose emarginano e indicano al pubblico disprezzo, le guarda negli occhi e le invita ad alzarsi e seguirlo. Non solo, ma poi festeggia l’incontro con loro e non si cura di cosa “dirà le gente”. Se noi avessimo appreso tutto ciò e fatto nostro lo stile di vita del Maestro, la situazione di tante persone sarebbe assai diversa. Non abbiamo ancora preso in seria considerazione il fatto che Dio Padre vuole che tutti abbiano vita e vita in abbondanza e possano essere considerati figli amati da lui che, se si trovano in situazioni di peccato – assenza, privazione di vita autentica – ciò di cui hanno realmente bisogno è di uno sguardo affettuoso, misericordioso che faccia scoprire loro quanto è bello vivere ed essere riconosciuti nella loro fondamentale dignità. Noi stessi per altro, anche se ipocritamente ci riteniamo migliori di altri, siamo oggetto della misericordia del Padre. Perché, allora, dovremmo comportarci diversamente da come lui si comporta con noi, nei confronti dei fratelli? Impariamo ad amare tutti senza distinzione, è l’unico modo perché il mondo sia migliore e valga la pena di vivere.