15 1 "Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
È stupenda l’immagine che usa Gesù per definire il nostro legame con lui. Il tralcio non è cosa da poco conto. È ben vero che senza la vite non può produrre frutto, ma invertendo i fattori potremmo anche dire che nemmeno la vite senza tralci può produrre frutti. In altre parole è come se Gesù ci dicesse che il bene, l’amore del Padre può manifestarsi solo attraverso di noi. Diremmo meglio, affermando che questa è la modalità consueta, comune, attraverso la quale le persone possono sperimentare di essere amate da Dio. Certo, lui può ben raggiungere le persone in tanti modi diversi, ma pare quasi che abbia voluto avere bisogno di noi. Questa è una cosa che dovrebbe rallegrarci e farci schiattare dalla gioia perché significa che per lui ciascuno di noi è così importante da essere quasi indispensabile. Quale grande responsabilità abbiamo! Lasciamoci inzuppare dall’amore tenerissimo, fedele e indistruttibile di Dio per poi poterlo riversare su ogni donna e uomo che incontriamo. Facendolo sperimenteremo in profondità la bellezza di essere una cosa con il Signore, di essergli intimi più di quanto lo siamo a noi stessi.