18 In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Ci possono essere molti modi di intendere l’osservanza dei comandamenti: una di tipo precettistica e una di tipo sostanziale. Di certo Gesù non intende, con quanto dice oggi nel vangelo, la prima di osservanza. Cuore delle legge è l’amore. I comandamenti possono al più fungere da indicatori, come i paracarri lungo la strada o altri tipi di segnaletica. Nessuno però si sognerebbe di guidare un’automobile tenendo fisso lo sguardo su quelli: nel migliore dei casi finirebbe fuori strada. Viaggiando in automobile uno ha lo sguardo fisso in avanti, verso la meta da raggiungere. E quanto siamo invitati a fare anche nel nostro vivere e la destinazione è segnalata dalle beatitudini. Osservando e praticando quelle possiamo stare certi di seguire la giusta direzione capace di traghettarci da un’esistenza ripiegata su se stessi a una invece in grado di fiorire ogni giorno di più in un amore generoso, splendido, altruista. La grandezza di una persona non è misurabile dalla esatta osservanza di norme e precetti che in genere si traduce in una sterile ricerca di perfezione, ma dalla capacità di farsi tutto a tutti, donando vita, gioia e felicità ai fratelli. Amando si può anche sbagliare, ma non amando si sbaglia di certo e sempre.