In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile?
È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Quanti in un modo o nell’altro hanno interesse a mantenere lo status quo, sia in campo religioso che sociale, ricorrono facilmente allo strumento del discredito per contrastare chi rappresenta con l’esempio e con la parola una denuncia profetica dell’esistente. È quanto hanno fatto a suo tempo le élite religiose con Giovanni Battista e con Gesù che, in modi diversi, invitavano alla conversione; a un cambiamento di mentalità, a una scelta di campo precisa. Quado si vuole screditare qualche persona si trova sempre il pretesto, l’argomento e le parole per farlo, ma, come affermato in questa pericope evangelica, “la Sapienza è stata riconosciuta da tutti i suoi figli”, cioè da quanti, poveri, peccatori, emarginati hanno saputo accogliere e ancora accolgono il disegno di Dio incarnato nel Figlio dell’uomo, Gesù di Nazareth.