30 giu 2023
L’ARROGANZA DEL POTERE
Scritto da Piergiorgio |
Letto 1093 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Certo, non è una novità, ma modalità così sbracate come ci è stato dato di vedere ultimamente, forse non ci erano mai state riservate da parte di politici italiani.

Ad osservare con un certo distacco emotivo pare di assistere a tanti nuovi “marchesi del Grillo” per i quali gli altri non contano niente e ai quali, se solo si permettono di avanzare una qualche obiezione, possono impunemente dire: Mi dispiace, ma io so' ioe voi non siete un c***o. È accaduto con il voto da parte del Senato che non ha concesso l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini accusato di diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete per gli insulti espressi nei suoi confronti. Semplici opinioni sono state considerate da parte dei parlamentari che lo hanno salvato dal processo. A parti invertite certamente non sarebbero state ritenute delle semplici opinioni. E poi vorrebbero che credessimo che la legge è uguale per tutti… Ma quando mai!

In altri Paesi basta anche una semplice menzogna per dimettersi da incarichi istituzionali. Da noi neanche quando uno è preso con le mani nella marmellata, come si usa dire, è bastante a spingere a dimettersi da un incarico. Fermo restando che per una condanna in tribunale è necessario, giustamente, che sia provata la colpevolezza di chiunque sia inquisito, è fuori dubbio che l’etica e la sua pratica da parte di chi opera in politica non pare goda di particolare favore.

Prevale sopra ogni considerazione l’utile immediato, così che ogni accadimento se serve a far suonare la gran cassa valida a riscuotere un facile applauso e, sperabilmente, una crescita dei consensi alla propria parte, non si esita a utilizzarlo anche a prescindere dalla veridicità dei fatti capitati.

Ne è un esempio lampante la querelle nata nei giorni scorsi sulla base di una non notizia assurta a manifesta volontà di togliere dalle cime delle montagne le croci colà installate. Se c’è da difendere i simboli, meglio se religiosi, questa destra italiana non ha freni inibitori. Nemmeno si pone il problema se davvero quei simboli siano o meno messi in discussione. Basta solo che qualcuno lo ipotizzi per scatenare la canea.

Quanto alla Persona che quei simboli rappresentano e in lei tutti i crocifissi della storia di ieri e di oggi, conta meno che zero.

E per non doversi smentire in quel che dicono, pensano e fanno, non esiterebbero, come già accaduto nella storia passata, a convincere che in fondo Gesù di Nazareth neppure era davvero ebreo; un ebreo marginale, di una provincia periferica dell’Impero romano, pertanto trattato non diversamente da come sono trattati oggi i migranti che tentano l’avventura di raggiungere le nostre coste.

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