17 lug 2022
VESCOVI ED EMBLEMI
Scritto da Piergiorgio |
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La gioia di tante e tanti trentini per la nomina a vescovo (di Perugia) di don Ivan Maffesi è anche la mia. Ho pure ragioni personali per essere felice di questo suo nuovo mandato ministeriale e sono più che certo che saprà essere un buon vescovo.

Non posso che rallegrarmi e felicitarmi con lui, accompagnandolo con l’affetto e la preghiera. Forse non tutti sanno che da seminarista ha frequentato da volontario il Punto d’incontro trovando, immagino, nell’incontro con le persone colà accolte motivi di crescita umana e spirituale, così come dall’amicizia e frequentazione con don Dante. Premesso questo – e la cosa non appaia irriverente – rappresentarmi don Ivan con il testa la mitra mi induce il sorriso e mi sollecita quest’altra riflessione. Quando la chiesa saprà disfarsi di simboli medievali che la gente nel migliore dei casi non capisce e che, a prescindere da chi li porta stanno ad indicare separazione, potere e differenziazione tra sacro e profano che il profeta di Nazareth ha indubbiamente, a mio parere, annullato? Si dirà che in ogni caso tutti abbiamo bisogno anche di simboli e che i simboli rivestono una certa importanza nella vita delle persone. Se questo è vero, perché nel caso di specie allora non usare qualche cosa di evangelicamente più pertinente quali ad esempio un grembiule (la lavanda dei piedi) oppure qualche cosa che abbia attinenza con la pesca, dal momento che Gesù a chi aveva chiamato aveva affermato che li avrebbe fatti pescatori di uomini? Gesù di Nazareth aveva al suo seguito uomini e donne. Propriamente parlando non ha ordinato né preti né vescovi ma tutti inviati a proclamare il vangelo, operando quello che lui stesso aveva operato. Che poi la chiesa si sia via via organizzata secondo modelli presi a prestito dalla realtà che l’attorniava ci può stare, ma non v’è dubbio che nel corso dei secoli abbia anche introdotto modelli organizzativi che di evangelico non hanno niente. Il cappello del vescovo è uno dei tanti, così come il vestire diverso dei chierici secondo il proprio status: semplice prete, monsignore, vescovo, cardinale ecc. L’antico copricapo dei sacerdoti ebrei è stato semplicemente girato con le punte davanti e dietro anziché di lato, come osservava acutamente un mio amico, ma il senso e il significato è il medesimo, segno di dignità e autorità, di separazione e distinzione dai “semplici fedeli”.

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