19 nov 2021
SE A GOVERNARE SONO I SOLDI
Scritto da Piergiorgio |
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Quando nacque il governo Draghi non mi unii ai peana di giubilo di tanti e non certo perché fossi un convinto estimatore del precedente governo Conte.

Lo giudicai sconsiderato per come era nato e perché ero e sono tutt’ora convinto che l’aggregazione di forze così eterogenee nel sostegno del nuovo esecutivo non poteva significare se non una rinuncia alla politica intesa come tentativo, sia pure faticoso, di assumersi la responsabilità di indirizzo della gestione della cosa pubblica secondo principi e valori che mettano al primo posto una visione del bene comune avente come orizzonte, non la mera gestione delle risorse economiche, ma un possibile futuro di attuazione di quei principi di eguaglianza, di giustizia, di pace e dei diritti iscritti nella nostra Carta costituzione. A tenere saldamente (fino a quando?) in sella questo governo e la sua maggioranza – è inutile nasconderselo – sono i soldi promessi dalla UE ai quali nessuna delle forze politiche che sostiene l’attuale esecutivo è disposta a rinunciare e cerca in ogni modo possibile di indirizzare verso  quei settori che rappresentano per ciascuna i rispettivi portatori di interesse, quindi i possibili sostegni in termini elettorali. Sia ben chiaro che non sono il tipo che sputa per così dire sui soldi, beni necessari per la vita di una Pase. Il problema è il loro utilizzo. Quando una forza politica, un governo si fa comandare dai soldi, allora non c’è da stare sereni perché alla loro ombra ogni nefandezza è possibile e anzi, si riesce pure a farla passare come virtù. Sarà anche bravo e competente Draghi però non è certo la persona dalla quale attendersi una visione di carattere progressista, non dico rivoluzionario, del futuro. Quando sento che lo si immagina, da parte di qualcuno o di tanti, non importa, pure presidente della repubblica, allora mi dico che siamo alla frutta. Sarebbe come affermare che non ci sono alternative, che in Italia esiste una sola persona in grado di occupare ruoli così rilevanti e tanto varrebbe allora imboccare la strada del presidenzialismo, affidando le nostre sorti a un qualche deus ex machina, rinunciando una volta per tutte alla fatica di autogovernarci attraverso quelle modalità che ci siamo dati scegliendo di essere una repubblica parlamentare. Sono persuaso che ci sia più di una persona di grande levatura morale e di specchiata onestà che può essere il prossimo capo dello Stato e a dirla tutta mi aspetterei che fosse eletta una donna. Questo sì, che sarebbe una segnale vero di cambiamento, ma temo che i vari parrucconi e intrallazzatori presenti in parlamento faranno di tutto perché questo non avvenga. Se c’è chi addirittura non si vergogna a sponsorizzare per la corsa al Quirinale perfino Berlusconi, non c’è di che stare allegri. Poi è vero che talvolta la politica sa anche riservare sorprese positive, ma se ci si deve affidare alla dea Fortuna, anziché alla serietà di chi dovrebbe avere come orizzonte di pensiero, di pratica e di riferimento la Costituzione, per attendersi soluzioni di cui andare orgogliosi, non siamo messi tanto bene.

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