Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:10
13 gen 2010
NESSUNA SCELTA E' INDIFFERENTE
Scritto da Piergiorgio |
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Dalla cronaca locale: parte la guerra ai mozziconi. Linea dura del Comune di Trento contro chi sarà sorpreso a gettare per terra i mozziconi di sigaretta. Multe fino a 500 euro. Haiti: terremoto del settimo grado della scala Ricther. Catastrofe umanitaria. Che nesso ci può essere fra le due notizie, si chiederà qualcuno? Probabilmente le bestemmie che le due notizie susciterà in qualcuno. Tra qualcuno dei cittadini di Trento, accanito fumatore, meno predisposto a farsi carico del rispetto per l’arredo urbano, qualche moccolo tipico di queste parti; dall’altra, i soliti “pisacquasanta”, che senza alcun senso del pudore, attribuiranno a dio (con la minuscola), quanto accaduto sull’isola caraibica.

 Ma anche qualche altra correlazione. Trento è una bella città, nella quale si vive bene e, certo, preoccuparsi che non venga sporcata, è una cosa gusta e doverosa. Mi chiedo, però, se per conseguire questo risultato, ci si debba appellare in via prioritaria alla repressione, quasi che il bello, per manifestarsi, trovare consenso, abbia bisogno della sanzione e che più la si pensa pesante e grave, più sortisca gli effetti desiderati. Mi pare quantomeno mancanza di fantasia, ma ancor più mancanza di fiducia verso la cittadinanza. E poi, che diamine, perché non investire maggiormente sulla comunicazione, sull’educazione, sulla prevenzione? Io sono un inguaribile ingenuo, però lasciatemi pensare che se anziché escogitare multe così esose, che immagino non saranno probabilmente mai comminate, e se elevate, mai pagate, il Comune avesse progettato una campagna si sensibilizzazione sul tema e magari - perché no? - pensato ad organizzare squadre di lavoratori anche assunti a contratto, dando così una opportunità di lavoro a tanti che sono senza, con l’incarico di raccogliere le cicche buttate e contemporaneamente fare opera di persuasione perché chi lo fa si abitui ad agire diversamente, avrebbe mostrato maggiore sapienza. L’isola di Haiti si trova in una zona ad alta intensità sismica. È uno stato fra i più poveri, e la sua storia, è storia si sfruttamento; prima ad opera di altri stati e poi anche da parte della varie elite che si sono succedute al potere. Le cause del degrado e della povertà, quindi anche delle strutture e infrastrutture di quell’isola, sono in buona parte riconducibili all’insipienza di quanti hanno avuto nel corso della sua storia responsabilità di governo. Pertanto non si può imputare tutto al terremoto. È terribile che una intera popolazione debba pagare un prezzo così alto a causa anche della stupidità umana. Certo, i cataclismi umani possono sovvertire anche quanto di più tecnicamente moderno ci sia; mai però nella misura che accade in territori depredati, sfruttati e neanche minimamente tutelati. Se penso a quanto si spreca ogni giorno nel mondo per gli armamenti, risorse che potrebbero essere impiegate a fini pacifici di lotta alle povertà e per il benessere materiale e spirituale delle persone in ogni parte del pianeta, mi sento ribollire dentro. Allora il nesso che mi pare di trovare tra le due notizie, così apparentemente contrastanti, è che abbiamo sempre più di una possibilità di scelta nel nostro operare, sia come singoli che come comunità. E non è vero che qualunque scelta noi facciamo sia indifferente. Voglia Dio (questa volta con la maiuscola) che tutti quei poveri morti, ci rendano tutti un pochini più sapienti.

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