Ultima modifica Mercoledì 20 Aprile 2011 19:28
08 gen 2010
IL CAPRO ESPIATORIO
Scritto da Piergiorgio |
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Vedrete, tutto si risolverà con la criminalizzazione degli immigrati di Rosarno e qualche provvedimento di polizia volto a tacitare quanto successo. Sì, perché abbiamo estremo bisogno di ribadire il mito del buon italiano. Che diamine! Noi siamo un popolo di cuore, solidale con i poveri, a condizione, ben si intende, che camminino rasentando i muri, con la testa bassa e, se devono chiedere qualcosa, che lo facciano sottovoce e con discrezione. A loro spetta essere pazienti; a noi, quando ce ne ricordiamo, intervenire per sovvenirli, in base alla nostra discrezionalità. I diritti sono innanzitutto privilegio esclusivo nostro e poi, in subordine, anche di altri.


 Ma dobbiamo decidere noi a chi spettano, come e in quale misura. Non giriamoci tanto attorno; inutile fingere ipocritamente che le cose stiano diversamente. Questo è il modo di pensare di tanti di noi. Quanti lo dicono in modo sbracato, apertamente, in fondo non fanno che interpretare il pensiero di molti. Mi auguro vivamente che non sia quello dei più. Gli immigrati di Rosarno, in Calabria, che hanno messo sottosopra l’abitato, hanno sbagliato e quanto hanno fatto va sicuramente condannato. Però il fermo immagine sui disordini di cui si sono resi protagonisti, oltre che parziale è ingiusto. Per quanto negativo, non racconta tutta la realtà; anzi, maschera quella più drammatica che perdura da anni, di cui sono in molti a sapere e della quale nessuno si interessa. Le condizioni di vero e proprio sfruttamento e le condizioni bestiali nelle quali sono costrette a vivere migliaia di persone impiegate nei lavori agricoli, non sono cosa di queste ultime ore. Le responsabilità sono tante e diffuse. Le denunce ci sono pure state, ma sono passate tante volte sotto silenzio, tra l’indifferenza dei più. Gli agrumi hanno continuato a raggiungere le nostre tavole, anche se profumano di sudore e sangue. Abbiamo creduto che bastasse togliere la buccia, per scrollarci di dosso tutta la sporcizia accumulata. Abbiamo individuato ancora una volta il capro espiatorio su cui scaricare ogni responsabilità; soprattutto le nostre: i clandestini. Gli stessi che fino a quando non hanno alzato la testa, dando sfogo alla rabbia repressa, erano tanto preziosi. Tutto fra breve rientrerà nei ranghi, fino alla prossima rivolta. Quanti Rosarno ci sono in Italia? Nell’antichità esisteva l’istituto della schiavitù; era palese, era perfino normata. Oggi, al contrario è condannata, a parole, ma praticata in forme silenziose, ma non meno crudeli.

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